Azouz Marzouk era nell’aula della Corte d’Appello di Brescia in cui i giudici hanno comunicato la decisione di confermare l’ergastolo per Olindo Romano e Rosa Bazzi, respingendo le istanze di revisione. Dopo la sentenza, ha espresso tutta la sua delusione: «Io resto convinto che non siano stati loro». E lo sarà fino a quando non verranno riaperte le indagini. Azouz ritiene che i responsabili della strage di Erba siano ancora in giro e a chi gli chiede se sia arrivato il momento di chiedere scusa ai fratelli Castagna, ha risposto: «Non li conosco».



L’avvocato Massimo Campa, legale dei fratelli Beppe e Pietro Castagna, auspica che ora le vittime della strage di Erba possano riposare in pace e ha riportato il sollievo dei suoi assistiti, perché ora hanno la possibilità di voltare pagina. «Noi avevamo fiducia, non avevamo paura della verità, non avevamo dubbi». Beppe Castagna è poi intervenuto al’Adnkornos, assicurando che era convinto di questa sentenza, pur avendo provato un po’ di paura: «Spero che almeno per un po’ di tempo, in attesa che la difesa si rivolga e discuta il ricorso in Cassazione, io e mio fratello Pietro vivremo una vita un po’ meno stressante». Ora quello che sognano è «l’oblio». (agg. di Silvana Palazzo)



SENTENZA STRAGE DI ERBA, NIENTE REVISIONE PER OLINDO ROMANO E ROSA BAZZI

Nessuna revisione del processo sulla strage di Erba per Olindo Romano e Rosa Bazzi: è stato confermato l’ergastolo per i coniugi che erano stati condannati in via definitiva per la mattanza. La sentenza della Corte d’Appello di Brescia è arrivata dopo quasi cinque ore di camera di consiglio: i giudici hanno deciso che non debba essere istruito un nuovo processo per la coppia, in quanto le presunte «nuove prove» allegate dalla difesa nelle istanze di revisione non sono ritenute né utili né sufficienti per una revisione del precedente verdetto.



Per la Corte, dunque, sono loro gli autori della strage di Erba e lo ribadiscono un anno dopo la prima istanza depositata dal sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser, nove mesi dopo quella depositata dalla difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi. A questo punto ai legali dei coniugi resta la strada del ricorso in Cassazione, come aveva prospettato l’avvocato Fabio Schembri prima che venisse comunicata la decisione, avvenuta in base all’articolo 634 del codice di procedura penale, quello sulla declaratoria di inammissibilità. Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra 90 giorni. (agg. di Silvana Palazzo)

STRAGE DI ERBA, OGGI SENTENZA SU REVISIONE DEL PROCESSO

Quella di oggi è una giornata cruciale per Olindo Romano e Rosa Bazzi, perché i giudici della Corte d’Appello di Brescia decideranno se respingere l’istanza di revisione presentata dai loro regali o se aprire un nuovo processo sulla strage di Erba. In aula è arrivato anche Azouz Marzouk, a cui è stata falcidiata la famiglia, visto che è marito di Raffaella Castagna, padre di Youssef e genero di Paola Galli, tre delle quattro vittime della mattanza (la quarta è la vicina di casa Valeria Cherubini, mentre il marito Mario Frigerio, sgozzato, è sopravvissuto grazie a una malformazione alla carotide). Le repliche di difesa e accusa che erano consentite prima della camera di consiglio non ci sono state, perché la procura generale e l’avvocato generale hanno deciso di non intervenire, così come le parti civili, quindi i temi si sono accorciati e i giudici, poco dopo le 10, si sono ritirati in camera di consiglio per prendere una decisione, che arriverà non prima di quattro ore, perché il presidente ha fatto sapere che la decisione verrà comunicata non prima delle 14.

Nel frattempo, sono trapelate le dichiarazioni di Olindo Romano, che a uno dei suoi legali, l’avvocato Fabio Schembri, ha fatto sapere di sperare tanto nella riapertura del processo sulla Strage di Erba. Il legale, come riportato dal Corriere della Sera, ha raccontato di aver sentito il suo assistito pochi giorni fa, percependo tutta la fiducia e speranza affinché vi sia una revisione. L’auspicio della difesa, infatti, è che venga accolta la richiesta di revisione e che le prove presentate nelle tre istanze per la riapertura del caso sulla Strage di Erba vengano valutate in un nuovo procedimento. Gli scenari sono tre: i giudici potrebbero ordinare un nuovo processo, non ammettere nessuna prova e quindi confermare la sentenza all’ergastolo di Olindo Romano e Rosa Bazzi o ammettere solo in parte le prove e ordinare un nuovo processo solo su quelle ammesse.

STRAGE DI ERBA, COSA PUÒ SUCCEDERE: TRE POSSIBILITÀ

In merito alla possibile decisione della Corte d’Appello di Brescia sulla Strage di Erba, se i giudici non ammetteranno le prove, per Olindo Romano e Rosa Bazzi non sarebbero comunque finite tutte le possibilità, perché i loro legali potrebbero impugnare l’eventuale bocciatura in Cassazione. Se venisse accolta, invece, la richiesta di revisione, allora si dovrebbe aprire un nuovo processo per esaminare le prove allegate nell’istanza perché considerate “nuove” rispetto a quelle dei tre gradi di giudizio, che si sono tutti conclusi con la condanna all’ergastolo dei coniugi per la strage di Erba.

Il principio è che una prova sulla Strage di Erba viene ammessa se potenzialmente può ribaltare le decisioni precedenti. Accettando tutte le prove della difesa, bisognerebbe rifare tutto, anche se ciò non vuol dire ottenere automaticamente l’assoluzione, perché i giudici potrebbero valutare tutte le prove e comunque non cambiare la pena sulla strage di Erba. I giudici della Corte d’Appello di Brescia, infine, potrebbero ammettere solo una parte delle prove, quindi andrebbe celebrato un nuovo processo su esse con lo stesso finale possibile, assoluzione o conferma dell’ergastolo per Olindo Romano e Rosa Bazzi.