Il generale Luciano Garofano non crede all’innocenza di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Al momento della strage di Erba era al comando del Rio e i suoi uomini si occuparono dei reperti. È per questo motivo che non ha dubbi sulla veridicità di questi ultimi. “Credo alla valenza scientifica della traccia ematica trovata sull’auto di Olindo. Era il sangue di una delle vittime, Valeria Cherubini”, ha affermato in una intervista al Corriere della Sera. 



È proprio quella traccia ematica sul battitacco che insinua dei dubbi nella difesa, che sostiene che essa sia stata  portata sul posto da un agente che si occupò dei rilievi. “Secondo loro è un elemento chiave per la revisione. Ma ci terrei a dire che è già stato detto molto sull’argomento: già in primo grado la sentenza dedica venti pagine a questo tema, affronta e smonta il problema di una eventuale contaminazione sollevato, parla delle operazioni che vanno dall’individuazione alla consegna della traccia al professor Previderè. Insomma: è già tutto scritto”, ha ribadito. Sebbene non sia stato direttamente il Ris a esaminare l’auto di Olindo Romano, dunque, il generale non ha dubbi.



“Strage di Erba? Olindo e Rosa colpevoli”, il parere del generale Garofano

In passato il generale Luciano Garofano è stato tuttavia citato in aula come teste proprio dalla difesa. “Perché noi del Ris non trovammo tracce biologiche o impronte digitali degli accusati a casa delle vittime né tracce delle vittime nelle pertinenze degli accusati. Per la pubblica accusa questo esito non aveva valenza e invece gli avvocati della difesa hanno ritenuto che ne avesse per loro. Io ho semplicemente riferito in aula, con l’onestà che dovevo, i risultati di quel che avevamo accertato”, ha spiegato. 



Nonostante l’assenza di tracce, Olindo Romano e Rosa Bazzi furono condannati per la strage di Erba. “Va detto che la scena del crimine era molto compromessa dalle fiamme e dal materiale usato poi dai vigili del fuoco. Per quel che riguarda loro non possiamo escludere che abbiano predisposto tutto e si siano cambiati d’abito come loro stessi avevano detto prima di ritrattare la confessione”, ha concluso.