Sono trascorsi quasi 3 mesi dal no della Corte d’appello di Brescia alla revisione del processo sulla strage di Erba, ma per chi ritiene Olindo Romano e Rosa Bazzi innocenti la battaglia per riaprire il caso non è finita in quell’aula di tribunale. Tra questi c’è Azouz Marzouk, marito e padre di due delle vittime del massacro – avvenuto nella corte di via Diaz la sera dell’11 dicembre 2006 e attribuito ai coniugi poi condannati in via definitiva all’ergastolo -, da sempre convinto che in carcere non ci siano i veri assassini.
E mentre la difesa della coppia si prepara al ricorso per Cassazione, il marito di Raffaella Castagna – uccisa insieme al figlio di 2 anni Youssef Marzouk, alla madre Paola Galli e alla vicina di casa Valeria Cherubini torna davanti alle telecamere per ribadire la sua idea sulla mattanza e per provare a chiarire un giallo: a chi appartengono i vestiti che i carabinieri trovarono nella vasca da bagno dell’abitazione dove poi fu appiccato un incendio per cancellare ogni traccia? La risposta di Azouz Marzouk arriva in un’intervista che ha rilasciato poche ore fa al giornalista Edoardo Montolli e pubblicata nel canale YouTube del suo “Fronte del Blog“.
Strage di Erba: il giallo dei vestiti nella vasca da bagno a casa di Azouz Marzouk e Raffaella Castagna
Tra i tanti punti nebulosi nella ricostruzione della strage di Erba, rimasti tali anche dopo la sentenza passata in giudicato a carico di Olindo Romano e Rosa Bazzi, c’è quello relativo alla presenza di alcuni indumenti nella vasca da bagno a casa di Azouz Marzouk e Raffaella Castagna (dove quest’ultima fu assassinata con il figlioletto Youssef e la madre, Paola Galli). I carabinieri, come spiegato da Edoardo Montolli nella sua controinchiesta sulla strage di Erba pubblicata su Fronte del Blog, li hanno trovati durante il sopralluogo a seguito del massacro e finora, trascorsi ormai 18 anni dal massacro, non avrebbero una precisa attribuzione.
Altri indumenti, apparentemente maschili come i predetti, sarebbero stati trovati sparsi sul pavimento, ma in quel periodo Azouz Marzouk era in Tunisia e lui stesso non li avrebbe riconosciuti come suoi. “È impossibile che sia opera di Raffaella, non era sua abitudine perché lei metteva tutti i vestiti sporchi nel cestino e poi in lavatrice. Non è una cosa solita di Raffaella“.
Azouz Marzouk sulla strage di Erba: “Gli assassini aspettavano a casa”
Azouz Marzouk ha dichiarato a Edoardo Montolli di essersi fatto un’idea precisa della dinamica omicidiaria e in particolare di come sarebbero entrati in azione gli assassini. La strage di Erba, secondo il tunisino, sarebbe stata commessa da killer professionisti in agguato dentro il suo appartamento in attesa del ritorno di sua moglie.
“Secondo me – ha dichiarato Marzouk a Fronte del Blog – chi li ha ammazzati li aspettava a casa. Lo dice lo schizzo di sangue che c’è nella parte interna della porta. Secondo la ricostruzione dell’accusa, sono stati aggrediti appena hanno aperto la porta, perciò doveva esserci uno schizzo frontale, non nel retro, dentro casa. Quindi chi li ha aggrediti era dentro, impossibile che siano stati ammazzati nell’ingresso di casa, si sarebbe trovato lo schizzo sia nelle scale sia nella porta, invece schizzi del sangue di Raffaella non ne esistono in quella zona là“. Marzouk è ancora convinto dell’estraneità dei Romano-Bazzi agli omicidi e crede che i colpevoli siano a piede libero. Per la giustizia italiana, però, il caso è chiuso.