Le accuse rivolte alla procura di Como durante le indagini sulla strage di Erba, per la quale il sostituto procuratore generale di Milano, Cuno Tarfusser, ha chiesto la riapertura del caso, sono «ingiustificabili». A parlare è il procuratore di Como Massimo Astori, in un lungo comunicato in cui ha riepilogato l’iter del processo per la strage dell’11 dicembre 2006 e difeso il lavoro svolto. In primis, il pm di Como ha ricordato che la responsabilità penale di Rosa Bazzi e Olindo Romano è stata affermata nei tre gradi di giudizio che sono previsti dal codice di procedura penale. «I giudici hanno espresso valutazioni ampiamente positive delle prove raccolte dalla pubblica accusa e hanno accolto integralmente nei tre gradi di giudizio le richieste del pm. La lettura delle corpose e approfondite sentenze che hanno motivato la condanna all’ergastolo non lascia spazio a perplessità».



In merito alle espressioni di Cuno Tarfusser, per Massimo Astori «contengono accuse di condotte abusive e illegittime se non di veri e propri reati a carico di magistrati della procura di Como, a distanza di 16 anni dai fatti, senza giustificazione alcuna». Quindi, nella dura nota ha ricordato che la procura di Como «in questi 16 anni si è consegnata a un doveroso quanto rigoroso silenzio, guidata dal rispetto della legge, delle parti processuali e degli stessi condannati». L’auspicio del pm di Como è che lo stesso rispetto sia adottato, «nelle forme e nei contenuti, da tutti coloro che si accostano a questa drammatica vicenda», che ha causato tanto dolore a chi ne è stato colpito. Ma la procura di Como intende comunque tutelare «nelle sedi e con le forme opportune, l’immagine deII’Ufficio, a difesa dei singoli magistrati e della loro correttezza professionale».



“PROPOSTA DI REVISIONE DIVULGATA PRIMA CHE VENISSE INVIATA ALL’AUTORITÀ COMPETENTE…”

Il pm di Como nel comunicato ricorda che due richieste di ricusazione della Corte d’Assise di Como sono state respinte alla Cassazione e che dal 2015 ci sono state altre pronunce su istanze difensive riguardanti nuove indagini e un giudizio di revisione. Massimo Astori cita sette richieste, che sono state giudicate «prive di qualsiasi novità e di attitudini probatorie significative, semplicemente esplorative e inammissibili». Inoltre, rievoca gli accertamenti ispettivi ministeriali presso gli uffici della procura di Como che si sono svolti nel 2020 e che si sono conclusi «senza formulare alcun rilievo». In merito alle confessioni di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati definitivamente all’ergastolo per la strage di Erba, Astori evidenzia che «sono state dettagliate sino alla descrizione di ogni minimo e più atroce particolare» e che ci sono state «ulteriori dichiarazioni confessorie a più interlocutori e persino da appunti manoscritti contenenti chiare ammissioni vergati da Olindo Romano in undici diverse occasioni». Per quanto concerne, invece, la ritrattazione dei coniugi, questa «è stata il frutto di un cambio di strategia processuale». Il procuratore di Como non si dice stupito dalla nuova iniziativa giudiziaria della difesa, così come non lo sorprende l’attenzione degli organi di informazione e che vengano annunciate nuove prove, a proposito delle quali precisa che sono «in realtà riletture di materiale già ampiamente analizzato e prive di qualsivoglia elemento di novità». Quel che invece lo stupisce è che la proposta di revisione, «frutto dell’iniziativa individuale di un sostituto procuratore generale della Procura generale presso la Corte d’Appello di Milano (l’ufficio che a suo tempo aveva chiesto la conferma delle condanne all’ergastolo nel giudizio di Appello)», sia stata «rapidamente ed integralmente divulgata, prima della sua trasmissione all’Autorità competente a valutarla e prima di un suo eventuale uso».

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