Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo in via definitiva per la strage di Erba, dopo aver confessato il massacro di via Diaz ritrattarono e ancora oggi si dicono innocenti. “Incastrati”, secondo la loro versione, perché persone “facilmente manipolabili” e quindi i “colpevoli perfetti” senza aver commesso i brutali omicidi per cui si trovano in cella. La criminologa Roberta Bruzzone, nel consueto appuntamento sul suo canale YouTube dedicato ai grandi casi della cronaca nera, ha snocciolato alcuni degli elementi che rafforzerebbero il quadro delle incongruenze sulla scena del crimine.



Dopo aver approfondito la questione della testimomianza di Mario Frigerio, unico sopravvissuto alla strage di Erba che inchiodò Olindo Romano con il suo racconto, Roberta Bruzzone affronta in particolare uno dei terribili delitti di quell’11 dicembre 2006: l’omicidio del piccolo Youssef Marzouk. Assassinato a 2 anni, fu la vittima più giovane della strage di Erba, ucciso con la madre, Raffaella Castagna, la nonna, Paola Galli, e una vicina di casa, Valeria Cherubini. Secondo la criminologa Bruzzone, la confessione di Rosa Bazzi – nella sezione in cui descrisse le modalità di esecuzione del delitto del bimbo – presenterebbe evidenze di totale incongruenza con quanto effettivamente rilevato in sede autoptica.



Bruzzone: “Incongruenze sulla scena della strage di Erba…”

Rosa Bazzi “non può aver ucciso Youssef Marzouk” perché “non è mai stata in quell’appartamento“. A parlare in questi termini è Roberta Bruzzone, criminologa che nel suo canale YouTube ha dedicato alcuni video di approfondimento alla strage di Erba e a quelle che, secondo la difesa dei due coniugi condannati all’ergastolo per il massacro di via Diaz, sarebbero incongruenze insuperabili a prova della loro dichiarata innocenza. Gli avvocati di Rosa e Olindo puntano ora a una imminente richiesta di revisione del processo, e secondo Roberta Bruzzone ci sarebbero elementi chiari a definire l’estraneità della coppia alla strage dell’11 dicembre 2006 in cui furono brutalmente assassinati Raffaella Castagna, la madre Paola Galli, il figlio Youssef Marzouk (nato dalle nozze con il tunisino Azouz Marzkouk, che sostiene la totale estraneità dei Romano-Bazzi al massacro) e la vicina di casa Valeria Cherubini.



Roberta Bruzzone, nel suo canale YouTube, ha sottolineato gli aspetti nevralgici che restituirebbero un quadro completamente diverso rispetto alla confessione (poi ritrattata) di Rosa Bazzi rispetto anzitutto all’omicidio del bambino. Nella loro consulenza tecnica, ha sottolineato la criminologa, gli esperti del Ris di Parma avrebbero escluso la presenza di tracce del massacro nell’abitazione dei coniugi Romano-Bazzi, così come escluse sarebbero evidenze tali da collocarli sulla scena del crimine: “Proprio quella relazione del Ris, che fece un lavoro molto certosino – ha spiegato Bruzzone –, dà ragione ai coniugi Romano. Proprio per le conclusioni di questa relazione, il comandante dell’epoca del Ris di Parma, Luciano Garofano, venne citato a lista testi della difesa dei coniugi. Così conclude la consulenza tecnica: ‘Nonostante i numerosi e reiterati sforzi analitici profusi, è possibile concludere che i profili genetici relativi alle vittime sono stati ottenuti unicamente da tracce acquisite sulla scena del crimine, mentre i profili genetici relativi agli indagati (Olindo Romano e Rosa Bazzi), sono stati ottenuti da oggetti e tracce acquisiti nel loro appartamento e su oggetti nella loro disponibilità”.

La versione di Rosa Bazzi sul delitto di Youssef Marzouk, Bruzzone: “Impossibile che sia andata così”

Nella confessione resa da Rosa Bazzi, soprattutto nella parte relativa al delitto del piccolo Youssef Marzouk, la donna avrebbe detto di averlo colpito mentre il bimbo si trovava di fronte a lei, in piedi sul divano. La criminologa Roberta Bruzzone sottolinea che tale dinamica è impossibile, alla luce di quanto evidenziato in sede di rilievi sulla scena: “L’omicidio del piccolo Youssef e quello della signora Cherubini, in particolare, sono le due aggressioni su cui proprio quello che raccontano i coniugi Romano non ci azzecca nulla. Lo spezzone del video di Rosa Bazzi che racconta allo psichiatra Massimo Picozzi come avrebbe ucciso il piccolo è in realtà una prova provata che le cose non possono essere andate come dice lei”. 

Nel corso del suo approfondimento sulla strage di Erba, Bruzzone focalizza l’attenzione sulla morte del bambino: “Il bimbo ha subito una lesione per cui il sangue esce a pressione, quindi se davvero Rosa lo avesse ucciso mentre era di fronte a lei sul divano ci saremmo dovuti attendere una copiosa presenza di sangue a sinistra del piccolo, nella porzione a sinistra del suo collo. Ebbene, del sangue del bambino, nella porzione sinistra del divano in cui è stato trovato, non c’è una goccia. Persino i suoi indumenti sono imbrattati a destra (…). L’unica posizione possibile, dal punto di vista scientifico – ha proseguito Bruzzone –, al momento in cui è stato attinto (…) è che il bimbo era stato girato, qualcuno teneva con una mano la sua testa premuta saldamente contro la seduta del divano, ben consapevole che la lesione a scannamento avrebbe prodotto un imbrattamento ematico importante, e ha fatto sì che tutto il sangue venisse assorbito dalla seduta del divano. È esattamente una modalità opposta a quella che Rosa Bazzi descrive sempre in tutte le dichiarazioni della fase confessoria“.