Il processo sulla strage di Erba va rifatto secondo Roberta Bruzzone, che dal 2009 è consulente della difesa per i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati entrambi all’ergastolo. Il suo lavoro può risultare decisivo, visto che dalla sua consulenza sono emerse delle importanti novità sul caso. Alcune le ha citate l’avvocato Patrizia Morello nell’udienza del 16 aprile scorso: ad esempio, la vicina di casa dei coniugi, Valeria Cherubini, fu colpita e uccisa nel suo appartamento, non al piano inferiore, come invece stabilito dalle sentenze. Inoltre, la criminologa più famosa d’Italia contesta anche la prima deposizione di Olindo Romano e Rosa Bazzi, quella della confessione, ritenendola non veritiera, perché i fatti non possono essere andati come raccontato dai coniugi.
Ne parlerà il 10 luglio, visto che sarà chiamata a deporre in aula. A tal proposito, si dice «ottimista», perché gli elementi portati alla Corte d’appello di Brescia «sono molti concreti», quindi il suo auspicio è che la Corte decida di approfondirli convocando i consulenti in aula e riaprendo formalmente l’istruttoria del processo. «Già per noi essere arrivati a questa udienza, diciamo interlocutoria, che supera il primo vaglio dell’ammissibilità, è comunque un risultato straordinario. Riteniamo che il lavoro fatto meriti però il vaglio dell’aula in maniera piena», dichiara Roberta Bruzzone a Novella 2000.
“CRITICITÀ IMPORTANTI NELLE INDAGINI”
La criminologa non è tra chi ritiene che l’attenzione mediatica possa influire sui giudici, ma d’altra parte ritiene indubbio che l’opinione pubblica sia cambiata rispetto a quando è avvenuta la strage di Erba. All’epoca, infatti, «fu molto difficile convincere qualcuno della loro innocenza», perché tutti erano convinti della colpevolezza di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Negli anni, però, è stato condotto un lavoro che ha smontato la narrazione sulla vicenda: a tal proposito, la criminologa cita anche la trasmissione Le Iene, oltre alla difesa.
«È emerso in modo secondo me insuperabile (a prescindere da come andrà il 10 luglio), che le indagini sul caso sono state eseguite con delle criticità abbastanza importante che non avrebbero dovuto verificarsi. Questo è già un dato che effettivamente sembra ormai essere consolidato». Nell’intervista rilasciata a Novella 2000, Roberta Bruzzone ribadisce che ciò che è stato portato in aula è «sufficiente per convincere il giudice ad approfondire in un dibattimento».