Rosa Bazzi e Olindo Romano: sono loro i due autori della Strage di Erba del 2006 secondo i tre gradi di giudizio. “Ho colpito la Raffaella subito, ho colpito la madre subito”, confessava l’uomo, “mia moglie è corsa dal bambino”. Poi però si rimangiarono tutto asserendo in aula di non essere le persone che hanno descritto, esprimendo “il più sincero dispiacere per le persone che sono morte e che ci hanno lasciato quella sera”. Ed ancora, le parole di Rosa: “Non è vero, non abbiamo fatto una cosa del genere”. Sono trascorsi 15 anni dalla strage e nonostante il doppio ergastolo dopo tutti i gradi di giudizio e le parole scolpite nei verdetti da 26 giudici che convalidarono la tesi dell’accusa, il caso sulla Strage di Erba resta ancora al centro dell’attenzione mediatica.



Anche TG2 Dossier lo ha ripreso nell’ultima puntata dedicata ai grandi gialli italiani. Per la Corte furono proprio i coniugi Olindo e Rosa gli assassini di Raffaella Castagna, del suo bambino Youssef, di sua madre Paola Galli e della vicina di casa Valeria Cherubini. Il marito di quest’ultima, Mario Frigerio – oggi scomparso – rimase gravemente ferito.



STRAGE DI ERBA: ROSA OLINDO SONO DAVVERO COLPEVOLI?

Le quattro persone che persero la vita nella Strage di Erba dell’11 dicembre 2006 vennero uccise a colpi di spranghe e pugnalate. Una strage che sconvolse letteralmente l’Italia ma che ad oggi vede ancora tanti buchi neri mai colmati. Così la Cassazione ancora oggi concede ai condannati la possibilità di fare nuove indagini su alcuni reperti ritrovati, mentre altri andarono distrutti nel giorno in cui i giudici ordinano di analizzarli. La difesa entro la fine dell’estate chiederà di poter rifare il processo. A parlare ai microfoni di Tg2 Dossier è l’avvocato Fabio Schembri, difensore di Rosa e Olindo Romano, il quale ha commentato: “L’istanza di revisione che nonostante tutto presenteremo con o senza esame dei reperti”. Luciano Garofano, generale dei Carabinieri ed ex capo Ris ha sempre sostenuto che sul luogo del delitto non esistono tracce che possano ricondurre ai due coniugi in carcere: “Nonostante dei sopralluoghi molto approfonditi ed accurati, sono mancati le tracce, il Dna, le impronte digitali, almeno nella nostra parte”.



Ha aggiunto Garofano: “Tutto il resto però veniva dalla perizia medico legale, veniva dal riscontro della loro descrizione dell’aggressione con le ferite inferte alle vittime”. A parlare anche Vittorio Feltri, che ha aggiunto: “Non è mai stata trovata una traccia di sangue se non sul predellino dell’auto ma questa si giustifica in modo semplice: questi due signori erano stati sul luogo del delitto a vedere cosa era successo e la casa era inondata di sangue. Una goccia è finita sulle scarpe”. Da chiarire anche la mancanza di un verbale di interrogatorio di Mario Frigerio, il testimone chiave unico superstite.