IL GIUDICE CUNO TARFUSSER SOTTO ACCUSA SUL CASO DELLA STRAGE DI ERBA

A 17 anni dalla drammatica Strage di Erba, i colpi di scena non si esauriscono: dopo le scintille negli scorsi giorni con il procuratore generale Francesca Nanni, ora il giudice Cuno Tarfusser – che ha ufficialmente richiesto la riapertura del caso dopo le condanne definitive per Olindo Romano e Rosa Bazzi – si trova in prima persona sotto indagine. Il sostituto procuratore di Milano ha visto nelle scorse ore l’avvio di un procedimento disciplinare presso la Procura generale della Cassazione per aver depositato la richiesta di revisione del processo di Erba, «violando il documento organizzativo dell’ufficio».



Tarfusser crede da tempo ormai che Olindo e Rosa siano innocenti per la morte di 4 persone (Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini) nella ormai celebre Strage di Erba ma ora è costretto a difendersi lui per una procedura firmata dalla sua stessa dirigente Francesca Nanni che ha firmato l’esposto. Il giudice e procuratore Tarfusser ha chiesto ufficialmente alla Corte di Appello di Brescia la revisione del processo che ha condannato all’ergastolo Olindo e Rosa per i plurimi omicidi dell’11 dicembre 2006 ma secondo la Procura di Milano, avrebbe violato «i doveri di correttezza riserbo ed equilibrio» quando il 31 marzo depositò in cancelleria la richiesta di revisione della condanna definitiva dei due ergastolani, spiega oggi il “Corriere della Sera”.



STRAGE DI ERBA, DALLA CONDANNA ALLA RICHIESTA DI RIAPRIRE IL CASO: TUTTE LE ULTIME NOVITÀ

Sempre secondo l’accusa formulata dalla pg Nanni, Cuno Tarfusser avrebbe svolto tale richiesta di revisione del processo sulla Strage di Erba «in palese violazione del documento organizzativo dell’ufficio che assegna all’Avvocato generale e al Procuratore generale la facoltà di richiedere la revisione di sentenze nei casi in cui dovessero spuntare nuove prove di innocenza».

Se la Procura di Como ha già respinto in passato gli argomenti del magistrato, a Brescia intende presentare «tre nuove prove» da sottoporre al giudizio dei togati: si tratta, in sintesi, della contestazione della testimonianza di Mario Frigerio in quanto nelle sue condizioni fisiche «non poteva rendere valida testimonianza»; in secondo luogo, le confessioni di Olindo e Rosa sono da considerarsi «false e acquiescenti, piene di errori»; da ultimo, diversi elementi della scena del crimine sono sbagliati (tra il 50 e il 70%), specie «per quel che riguarda il nucleo centrale della Strage». Tarfusser è già stato interrogato a Roma dal sostituto procuratore generale di Cassazione, Simone Perelli dove ha ribadito la propria imparzialità nell’accertare anche possibili circostanze a favore degli imputati. Non solo, davanti al collega il magistrato di Milano ha sottolineato la piena assurdità a suo avviso di «far dipendere dall’interpretazione di un regolamento interno la sorte di due ergastolani da egli ritenuti innocenti». Toccherà ora alla Cassazione decidere se processare Cuno Tarfussero presso il Csm o archiviare la sua posizione (dando così un’indiretto via libera alla richiesta di revisione del processo, a quel punto ben più probabile).