Il caso della strage di Erba potrebbe essere vicino ad una svolta clamorosa. Sono spuntate telefonate inedite, che risalgono al 2008, rese ora disponibili dal podcast “Il grande abbaglio“. Nel terzo episodio della contro-inchiesta condotta dai giornalisti Felice Manti ed Edoardo Montolli, che hanno dedicato alla vicenda anche un libro col medesimo titolo nel 2008, sono state trasmesse delle telefonate inedite. Si racconta che il 29 dicembre 2008 uno dei legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi, l’avvocato Luisa Bordeaux, fu contattata prima al telefono di casa, poi in ufficio, da un uomo con l’accento meridionale, che le si presentò come “Morabito“.
Questa persona sosteneva che i coniugi, che erano stati appena condannati dal tribunale di Como, in realtà erano innocenti e che il movente che ha portato alla strage di Erba era errato. Dietro la strage non c’erano dissapori tra vicini. A causare la morte di Raffaella Castagna, del figlio Youssef Marzouk, della madre Paola Galli, della vicina Valeria Cherubini e il ferimento di Mario Frigerio, poi morto nel 2014, sarebbero state ragioni legate al traffico di sostanze stupefacenti.
STRAGE DI ERBA, “PARTITA DI DROGA DI 400MILA EURO”
«Una partita di droga scomparsa del valore di 400mila euro», viene riferito in questa telefonata. Resta da chiarire se la fonte sia attendibile e se quanto dichiarato sia vero. Verrebbe da chiedersi, inoltre, perché queste informazioni vengono rese disponibili solo ora. I legali di Rosa Bazzi e Olindo Romano hanno le loro ragioni. A tal proposito, infatti, l’avvocato Fabio Schembri, che assiste i coniugi condannati per la strage di Erba, ha dichiarato, come riportato dal Giornale: «Non abbiamo mai rivelato prima l’esistenza di questa telefonata, perché nel 2008 nulla si sapeva della criminalità organizzata a Erba, scoperta dall’indagine Crimine-Infinito della Procura di Milano solo nel 2010, quando emerse l’esistenza di una locale di ‘ndrangheta dedita al traffico internazionale degli stupefacenti». Il caso, dunque, non può dirsi chiuso anche se la condanna è definitiva. Lo scorso aprile il pg di Milano Cuno Tarfusser ha avanzato la richiesta di procedere con la revisione del processo, un’ipotesi che potrebbe sembrare più vicina ai coniugi dopo le nuove rivelazioni.