Dopo la sentenza della Corte d’Appello di Brescia, che ha respinto le richieste di revisione di Olindo Romano e Rosa Bazzi sulla strage di Erba, il sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser interviene dichiarando che ciò dimostra che la legge non è uguale per tutti. Il magistrato, che ha presentato una delle tre istanze, non è d’accordo con la decisione dei giudici, spiegando a Fanpage che la giustizia non ha più la cultura del dubbio ed è molto diversa da quella a cui si è dedicato per tutta la sua vita.



Dunque, Tarfusser, che è stato sanzionato dal Csm per la sua iniziativa, è contento di lasciare la magistratura: infatti, l’11 agosto prossimo lascerà il lavoro per il suo pensionamento. Il magistrato ritiene che se Olindo Romano e Rosa Bazzi fossero state altre persone, allora molte cose in questa vicenda sarebbero andate in altro modo e si ritroverebbe a fare discorsi differenti. «La giustizia è uguale per tutti sta scritta dietro alle spalle dei giudici così, tanto per metterci qualcosa, come ornamento», il commento polemico di Tarfusser.



STRAGE DI ERBA, “GIUDICI SI SONO RIMANGIATI LA LORO DECISIONE…”

Il sostituto pg di Milano, che in passato ha ricoperto il ruolo di giudice presso la Corte Penale Internazionale, contesta la sentenza anche da un punto di vista di procedura penale. Infatti, da un punto di vista tecnico, afferma di faticare a capire come la Corte d’Appello di Brescia abbia dichiarato ammissibile la revisione, altrimenti non avrebbe messo il decreto di citazione a giudizio a gennaio, salvo poi «rimangiarsi questa decisione, dichiarando inammissibile la revisione del processo», soprattutto in virtù del fatto che il quadro nel frattempo non è cambiato, «non essendo state assunte prove».



Tarfusser si chiede cosa sia successo da gennaio, esprimendo un timore, cioè che il sistema si stia proteggendo. Tarfusser replica anche al pg di Brescia, Guido Rispoli, che in aula aveva suggerito di studiare integralmente le carte: «Se l’allusione era a me, sa fin troppo bene come io leggo gli atti. E non prendo lezioni da nessuno su come si leggono, tantomeno da Rispoli». Comunque, la difesa può ancora percorrere la strada dell’impugnazione in Cassazione, di conseguenza il caso non è chiuso definitivamente.

STRAGE DI ERBA, “COSA COSTAVA RIAPRIRE IL PROCESSO?”

Critico è stato anche ai microfoni di Affaritaliani, spiegando di essere sicuro che Olindo Romano e Rosa Bazzi non c’entrino nulla con la Strage di Erba, ma il punto è un altro, cioè che ci fossero grandi dubbi e che «nessuno ha capito cosa vuol dire al di là di ogni ragionevole dubbio». Per Cuno Tarfusser l’aver dichiarato l’inammissibilità lascia intatto il dubbio, motivo per il quale sulla strage di Erba ci saranno sempre colpevolisti e innocentisti. «Mi domando cosa costasse riaprire il processo, per eliminare queste domande».

Inoltre, aver dichiarato l’inammissibilità per Tarfusser è una bassezza, visto che l’istanza era stata dichiarata ammissibile mesi fa, quindi ritiene sia stata fatta una retromarcia. Sul motivo non si sbilancia, ma conclude che è un bene che stia lasciando «questa amministrazione allo sbando» e che stia lasciando «questo sistema marcio».