Censura: questa la sanzione decisa dal Consiglio Superiore della Magistratura per il sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser in relazione all’istanza di revisione del processo per la strage di Erba che presentò nel marzo 2023 anticipando la difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Un esito che chiude il procedimento disciplinare a carico del magistrato, segnalato dalla procuratrice generale di Milano, Francesca Nanni, perché, in virtù del regolamento interno dell’ufficio, ritenuto soggetto non legittimato a formulare una simile richiesta.
La censura è una “dichiarazione formale di biasimo” e avrebbe dato sostanzialmente ragione a Nanni, contraria alla richiesta del collega che lei stessa, dopo mesi, trasmise alla Corte d’Appello di Brescia accompagnandola con un parere di inammissibilità per la presunta assenza di “nuove prove” necessarie ad accedere all’istituto di revisione. Brescia, però, ha ritenuto non manifestamente infondata l’istanza di Tarfusser, poi unificata a quelle del collegio difensivo e del tutore della coppia, e ha fissato la prima udienza dibattimentale per il prossimo 1 marzo per discutere dei motivi della richiesta e per stabilire quali elementi ammettere nel processo di revisione. Una data cruciale che, di fatto, potrebbe riscrivere la storia del massacro dell’11 dicembre 2006 costato la vita a quattro persone tra cui un bimbo di appena 2 anni.
La replica di Tarfusser alla censura del Csm sul caso strage di Erba
Cuno Tarfusser, magistrato di lungo corso e già giudice della Corte penale internazionale dell’Aja, non aveva nascosto la sua “enorme soddisfazione professionale” nel vedere accolta l’istanza di revisione del processo che lui stesso, con un atto senza precedenti nella recente cronaca giudiziaria, aveva chiesto ai colleghi di Brescia, competenti per territorio sull’ammissibilità della stessa. Il sostituto pg di Milano non ha mai fatto un passo indietro rispetto a ciò che lo avrebbe spinto a chiedere di riaprire il caso della strage di Erba, sigillato da un ergastolo definitivo a carico dei coniugi Romano-Bazzi, perché essenzialmente convinto che la condanna della coppia possa essere un clamoroso errore giudiziario. “Non ho violato niente“, aveva detto il magistrato in difesa del suo operato e replicando all’accusa di aver scavalcato la gerarchia dell’ufficio che vede la procuratrice Francesca Nanni al vertice, sottolineando di essere pronto a rifare tutto nonostante lo spettro di un procedimento disciplinare.
Procedimento che, poche ore fa, si è concluso con la sanzione della censura da parte del Csm che, ricostruisce Ansa, lo avrebbe ritenuto responsabile di aver violato le linee guida della Procura generale di Milano in tema di revisione dei processi, proprio a seguito della sua decisione di proporre istanza di revisione del processo sulla strage di Erba nonostante, come sostenuto da Nanni, non fosse competente a farlo. Si tratta di una facoltà che, stando all’architettura interna dell’ufficio, rientra nella sfera di competenza dei soli procuratore generale e avvocato generale. “Rifarei esattamente quello che ho fatto“, è la replica di Cuno Tarfusser che, per un eventuale ricorso contro la censura, attenderà il deposito delle motivazioni entro 90 giorni. Il magistrato ha difeso a spada tratta la sua decisione sul caso Erba, sottolineando come soltanto grazie a questa si sia arrivati alle soglie di un nuovo processo.