La difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi ha depositato la propria istanza di revisione del processo pochi giorni fa e attende il responso della Corte d’appello di Brescia, la sola competente a vagliarne l’ammissibilità, con quella che sembra essere una grande fiducia nelle nuove prove che sarebbero oggetto della corposa richiesta – circa 150 pagine con decine di allegati e ben 7 consulenze prodotte da esperti in differenti discipline – per tentare di riaprire il caso e dimostrare l’innocenza della coppia. Si tratta della terza istanza, nel giro di pochi mesi, a favore dei coniugi dopo quelle del sostituto pg di Milano, Cuno Tarfusser, e del tutore, Diego Soddu.



Il lavoro dei consulenti dei Romano-Bazzi punta a dimostrare “scientificamente” la presunta estraneità dei due al massacro consumato l’11 dicembre 2006 nella corte di via Diaz, per il quale scontano l’ergastolo in via definitiva all’esito dei tre gradi di giudizio conclusi con lo stesso esito, e gli occhi del team sono puntati su una particolare consulenza che, per i legali, avrebbe tutto il potenziale per documentare che Olindo e Rosa “non sono gli assassini” come invece stabilito in sentenza. A riportarne il contenuto è stato il giornalista Edoardo Montolli, autore con il collega Felice Manti di una controinchiesta intitolata “Il grande abbaglio” e diffusa attraverso il sito web “Fronte del blog” sui relativi canali social e YouTube. “Ecco la prova documentale che scagiona Olindo e Rosa“, spiega Montolli prima di rivelare di cosa si tratta e perché, secondo la difesa, sarebbe il colpo di grazia per demolire definitivamente l’impianto di accuse che ha portato i coniugi al carcere a vita.



Strage di Erba, Olindo e Rosa innocenti? “Una o più persone nella casa” il pomeriggio del massacro

Chi c’era nell’appartamento di Raffaella Castagna e Azouz Marzouk il pomeriggio della strage di Erba, poche ore prima del massacro, mentre lei si trovava al lavoro e suo marito era in Tunisia? È la domanda centrale che deriva dalla consulenza che la difesa dei coniugi condannati per la mattanza, Olindo e Rosa, ha prodotto alla Corte d’appello di Brescia nella sua richiesta di revisione del processo. Il documento porta la firma dell’ingegner Paolo Rabitti e, secondo il team difensivo, sarebbe capace di “scagionare definitivamente” la coppia portando all’attenzione dei giudici qualcosa che finora non era mai emerso: una serie di anomalie inspiegabili nei consumi di corrente elettrica a ridosso della carneficina attribuita ai Romano-Bazzi. Inspiegabili se si ammette la ricostruzione dell’accusa secondo cui, il giorno della strage (l’11 dicembre 2006), i coniugi, non avendo le chiavi di quella casa, vi si introdussero soltanto quando Raffaella Castagna vi avrebbe fatto ritorno, intorno alle 20. Il tutto dopo aver staccato il contatore alle 17:40 e dopo aver atteso di “salire” all’arrivo della proprietaria.



Secondo la consulenza Rabitti, realizzata per conto della difesa, sussisterebbe un’evidenza nitida relativamente alla presenza, nell’abitazione di Raffaella Castagna, di una o più persone non solo nel pomeriggio del massacro, ma anche in alcuni dei giorni precedenti e precisamente il 10 dicembre e, ancora prima, il 4 e il 5 dello stesso mese. Stando a quanto ricostruito dal consulente, è in queste date del dicembre 2006 che si sarebbero registrati strani picchi nei consumi elettrici in casa dei Marzouk-Castagna sempre in assenza di entrambi i proprietari. L’assenza di segni di effrazione, inoltre, indicherebbe che la presunta serie di accessi all’appartamento sarebbe avvenuta con le chiavi dello stesso. Secondo la consulenza, poco dopo che Raffaella Castagna, alle 13:05, lasciò l’abitazione per andare al lavoro, qualcuno sarebbe entrato e a provarlo sarebbero i tabulati Enel dell’epoca. Il consumo di energia elettrica avrebbe avuto dei picchi fino a poco prima che il contatore fosse staccato. Scrive il consulente Rabitti, come riporta uno stralcio del documento diffuso da Montolli sul canale “Fronte del blog”: “Dalle 15:30 alle 17:00 il consumo è compatibile con l’accensione di una o più lampadine. Dalle 17:00 alle 17:15 il consumo aumenta vistosamente, ed è compatibile con l’uso di uno o più elettrodomestici. Lo stesso dicasi per il consumo dalle ore 17:15 alle 17:45, meno accentuato ma consistente. Dato che nessuno degli elettrodomestici poteva avere un’accensione programmabile o a distanza, il consumo di energia rilevato dall’Enel tra le 14:15 e le 17:45 del 11/12/2006 è indicativo della presenza di una o più persone nell’appartamento della sig. Raffaella Castagna. Dalle ore 17:45 in poi il consumo di energia risulta azzerato, per motivi ignoti, che potrebbero essere legati o al distacco del salvavita posizionato nell’ingresso o a quello del contatore dell’Enel posizionato all’esterno della palazzina ed apribile solo con apposita chiave, oppure all’uso nell’appartamento di qualche strumento in corto circuito o richiedente una quantità troppo elevata di energia per funzionare“. L’analisi dei dati rimanderebbe quindi all’ipotesi che i killer fossero in casa, quel giorno, già dal pomeriggio. Resta da capire a che scopo avrebbero utilizzato uno o più elettrodomestici. L’incremento sensibile nei consumi sarebbe un clamoroso riscontro alla testimonianza resa all’epoca dalla famiglia di siriani residente al piano di sotto, che disse di aver sentito “rumori” e “passi” nell’appartamento di Raffaella Castagna proprio il pomeriggio quando, da ricostruzione, non doveva esserci nessuno. Quando Olindo e Rosa, secondo quanto poi sarebbe emerso, non si trovavano nella corte di via Diaz perché l’uomo si era recato a prendere la moglie sul posto di lavoro.