ODESSA, CHE COS’È LA STRAGE ALLA CASA DEI SINDACATI DEL 2 MAGGIO 2014

Odessa è letteralmente deserta a 8 anni dalla tristemente nota “Strage alla Casa dei Sindacati”: il Governo ucraino ha indetto un coprifuoco di 24 ore proprio per il timore di rivendicazioni e vendette russe per quel triste 2 maggio 2014 quando 42 manifestanti filo-russi morirono nel tragico (e misterioso) rogo presso la “Casa dei Sindacati” dove si erano asserragliati durante gli scontri con i sostenitori dell’Euromaidan (la rivoluzione che segnò il definitivo divorzio nei rapporti tra Kiev e Mosca).



Da anni le versioni di Ucraina e Russia non collidono per nulla su come andò davvero quel tragico giorno ad Odessa: i russi credono che la piena responsabilità delle 42 morti alla Casa dei Sindacati sia da imputare ai miliziani nazionalisti “assoldati” dagli ucraini della Rivoluzione Arancione in quanto davano la caccia agli avversari filo-russi in Odessa e Kiev. Di contro, gli ucraini hanno sempre negato spiegando che il maxi rogo scoppiato abbia avuto una origine accidentale e non deliberata. I fatti dicono che delle molotov vennero lanciate all’interno del palazzo ma ancora oggi, dopo 8 anni, non si è mai scoperto chi siano stati i veri responsabili, nonostante indagini guidate dall’Alto Commissariato per i diritti umani dell’Onu.



UCRAINA TEME VENDETTA RUSSA PER LA STRAGE DI ODESSA

Ogni anno la data del 2 maggio viene commemorata in piazza Kulykove, mentre oggi, in piena guerra Russia-Ucrain, tutto ciò non sarà possibile. «Si vogliono prevenire provocazioni», ha detto il primo viceministro dell’Interno ucraino, Yevhen Yenin, annunciando la misura del coprifuoco rafforzato. Sospensione di tutti i servizi pubblici e la chiusura di tutti i locali e i ristoranti, quei pochi ancora aperti dall’inizio della guerra.

A 68 giorni dall’invasione russa in Ucraina, la città di Odessa è sempre stata uno degli obiettivi “nascosti” ma evidenti di Vladimir Putin in quanto consentirebbe alla Russia di avere pieno controllo sul Mar Nero come sul Mar d’Azov (una volta conquistato pienamente Mariupol e il resto del Donbass, ndr). La tensione però è salita alle stelle nelle ultime ore proprio in avvicinamento all’ottavo anniversario della strage: Kiev teme infatti una vendetta, come del resto aveva in qualche modo preannunciato il Presidente russo Putin nel suo discorso di “annuncio” dell’invasione in Ucraina, «Gli autori della strage di Odessa saranno puniti. Sappiamo chi sono gli autori dell’attentato e andremo a prenderli». Da ieri si segnalano ad Odessa diverse esplosioni, con l’aeroporto ormai completamente danneggiato e missili che hanno colpito «depositi di armi Usa e Ue», denuncia il Governo russo in una nota di Interfax. Di contro, secondo la polizia ucraina – citata da “Kyiv Independent” – i russi avrebbero assoldato «gang criminali per inscenare provocazioni e rivolte a Odessa il 2 maggio».