Strage di Southport, è in corso l’inchiesta della polizia per stabilire il movente che ha portato un 17enne ad entrare in un centro di yoga e danza ed accoltellare 13 persone tra le quali, due adulti e 11 bambini provocando tre vittime. Il ragazzo arrestato con l’accusa di omicidio resta ancora in custodia, ma si stanno intensificando le indagini, concentrandosi soprattutto sulle condizioni mentali e sullo stato psichico, cercando di individuare un possibile disagio che possa aver spinto lì’adolescente a compiere il gesto.



Come ha sottolineato il quotidiano britannico The Guardian, per il momento è stato del tutto escluso che il movente possa essere stato il terrorismo, a differenza di quanto era circolato inizialmente e che aveva portato anche alla diffusione di fake news in merito, che avevano parlato di un massacro compiuto da un immigrato di fede islamica. Nelle ricerche verranno analizzati tutti i dispositivi elettronici del 17enne, telefono e computer alla ricerca di qualche indizio. Tutti nel quartiere dove viveva la famiglia del ragazzo, hanno confermato di non conoscerlo molto bene, perchè si trattava di persone molto riservate che uscivano poco.



Strage di Southport, indagini sullo stato psichico del 17enne, forse affetto da problemi di neurodivergenza

Le indagini sul movente della strage di Southport si stanno concentrando sull’analisi del comportamento e dello stato psicologico del 17enne autore del feroce attacco con un coltello alla scuola di danza. Anche se il ragazzo non era molto conosciuto in città, tutti quelli che avevano in qualche modo avuto a che fare con lui, stanno ora raccontando alla polizia di aver avuto sempre una buona impressione. Molti ne parlano infatti come un adolescente riservato ed educato senza particolari problematiche di comportamento. In base alle prime indiscrezioni però emerge qualche elemento sul quale potrebbero ora essere avviati ulteriori chiarimenti.



Sembra infatti che al 17enne in passato fossero stati diagnosticati problemi di neurodivergenza. I dettagli sarebbero emersi cercando materiali sul passato del ragazzo, tramite servizi sociali, scuole frequentate e istituti sanitari per cercare di capire se da bambino avesse avuto qualche segno di disturbo psichico. Tuttavia, come ha tenuto a precisare il The Guardian, anche in presenza di evidenze riguardo problemi come l’autismo, o altri disagi mentali, questo non farebbe evitare al colpevole eventuali procedimenti giudiziari e condanne.