Sono passati quasi 40 anni dalla strage di Ustica ma non c’è ancora una verità giudiziale accertata. Sulle cause di quell’incidente aereo, avvenuto il 27 giugno del 1980 e in cui persero la vita 81 persone, non è mai stata fatta chiarezza. L’unica certezza è rappresentata dai risarcimenti che lo Stato deve dopo il pronunciamento della Cassazione sulla mancata vigilanza del nostro spazio aereo che in quell’estate del 1980 rese possibile una battaglia aerea e l’abbattimento del DC 9 dell’Itavia. Nessuna sentenza penale o civile attesta però quel che è emerso da molte inchieste giornalistiche: nei cieli di Ustica si verificò una battaglia aerea. Da una parte i francesi, dall’altra i libici. Nel mezzo il nostro DC9. Poi una lunga e sanguinosa operazione di depistaggio. Ora risarcimenti e indennizzi, col paradosso che lo Stato ha riconosciuto un vitalizio ai famigliari ma a patto di restituire quanto percepito a titolo di risarcimento, o ancora da percepirsi. Ma, come riporta Tgr Sicilia, è difficile calcolare in anticipo quanto resta da vivere ad una persona, posto che un vitalizio dura fino alla morte.



STRAGE DI USTICA, CASELLATI: “UNA PAGINA NERA”

Della strage di Ustica ha parlato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Trentanove anni dopo, la ferita di Ustica richiama, ancora una volta, il Paese ad un sentimento di forte solidarietà verso i familiari delle 81 vittime del volo Bologna-Palermo che videro spezzate le loro vite». Il Capo dello Stato ha parlato di «una tragedia indelebile nella memoria e nella coscienza della nostra comunità nazionale». Oggi Mattarella ha voluto rinnovare «la partecipazione della Repubblica al dolore comune e confermo il costante impegno per la ricostruzione univoca delle circostanze in cui persero la vita tanti nostri concittadini». In questo dobbiamo essere guidati, aggiunge, «dall’affermazione delle ragioni della verità». Di dolore e sdegno parla anche Elisabetta Casellati, presidente del Senato. «Una pagina nera della nostra storia. [..] Bisogna percorrere fino in fondo il sentiero della chiarezza su quanto avvenuto, per onorare il ricordo di chi ha perso la vita e per il rispetto del principio della giustizia e dello Stato di diritto».

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