Sono quasi passati 44 anni da quel giorno diventato noto per la strage di Ustica, di cui parla oggi Massimo Giletti nello speciale in onda su Rai 3 “Una breccia nel muro“: era il 27 giugno 1980 quando l’aereo Itavia Dc9, dopo essere partito da Bologna per dirigersi a Palermo, sparì dagli schermi radar mentre era all’altezza dell’isola di Ustica. Il giorno dopo furono individuate le prime vittime del disastro, che in totale sono 81, tutte persone che erano a bordo dell’aereo. Nonostante le indagini aperte in tutti questi anni, non si è ancora arrivati alla verità, anche a causa di alcuni depistaggi. Più che parlare di cos’è successo, si può parlare di cosa sappiamo finora della strage di Ustica. Ad esempio, inizialmente emerse l’ipotesi di un cedimento strutturale dell’aereo, in alternativa una bomba o un missile che avrebbe causato l’esplosione del velivolo.



La prima svolta, però, venne registrata nel 25 novembre 1980, quando un esperto dell’ente americano che si occupa della sicurezza del volo consegnò una perizia da cui emerse la presenza di un caccia ignoto vicino al Dc9 quando esplose. In effetti, 17 anni dopo un dossier composto da 700 cartelle con analisi dei dati radar e 3mila pagine di allegati segnalò che l’aereo si ritrovò in un scenario di guerra, stessa conclusione a cui arrivò il giornalista Andrea Purgatori che sulla Rai mostrò per la prima volta nel 2011 un documento ufficiale della NATO da cui si evince la presenza di ben 21 aerei militari, di cui 5 ignoti e gli altri americani e inglesi, nei cieli di Ustica il giorno della strage. Dunque, l’aereo Dc9 potrebbe essere stato abbattuto, una tesi sostenuta ad esempio da Giuliano Amato, all’epoca dei fatti premier, il quale ritiene che sia stata la Francia ad abbattere l’aereo.



LE RIVELAZIONI DI AMATO E LE INCHIESTE DI PURGATORI

Giuliano Amato fu durissimo l’anno scorso, quando in un’intervista a Repubblica chiese al presidente francese Emmanuel Macron di chiedere scusa e accusò la NATO di aver occultato cos’è successo e cosa ha portato alla strage di Ustica. La versione più credibile per l’ex premier è quella della responsabilità dell’aeronautica della Francia, però con la complicità degli Usa e di chi prese parte alla “caccia” a Gheddafi: secondo Amato si voleva simulare un’esercitazione della NATO per far partire un missile contro il Mig su cui era a bordo il leader della Libia, facendo passare l’attentato per un incidente volontario, ma alla fine sarebbe stato colpito l’aereo italiano. A tal proposito, nel 2017 Purgatori firmò un altro scoop con la testimonianza di un ex marinaio della portaerei americana Saratoga che la sera della strage di Ustica vide rientrare nel Golfo di Napoli due caccia disarmati e scarichi che dovevano abbattere due Mig libici che erano in volo sulla traiettoria del Dc9.



Con la strage di Ustica ci è cresciuto Purgatori, il cui lavoro giornalistico ha contribuito alla scoperta di parte di ciò che sappiamo su cos’è successo. Il giorno della tragedia, ad esempio, un controllore di volo di Ciampino lo contattò e gli riferì la convinzione che l’aereo fosse stato abbattuto deliberatamente, quindi non c’era stato alcun incidente. Nonostante pressioni e minacce, il giornalista ha portato avanti la sua inchiesta raccogliendo testimonianze e indagando sui depistaggi, scalfendo quel muro di gomma innalzato attorno alla strage di Ustica per portare alla luce che non fu un incidente, ma una tragedia che ha coinvolto più stati nella battaglia area che portò all’esplosione del mezzo.

LE “STRANE” MORTI DOPO LA STRAGE DI USTICA, COS’È SUCCESSO?

C’è poi una pagina oscura di questa vicenda che è a dir poco inquietante e riguarda la lista di morti “sospette” e “strane”, come il suicidio del maresciallo Dettori, trovato impiccato ma in modo “innaturale” secondo gli inquirenti: i parenti hanno raccontato di aver appreso i sospetti e le paure del militare, secondo cui era “successo un casino” per il quale molti rischiavano di andare in galera. Fu poi trovato impiccato anche un altro maresciallo, Parisi, che doveva essere sentito per fornire elementi utili per l’indagine. Sospetto anche il suicidio del maggiore medico Totaro, anche lui trovato impiccato: era in contatto con diversi militari coinvolti in maniera diretta o indiretta con la strage di Ustica, come Naldini e Nutarelli, che rimasero vittime del tragico incidente di Ramstein, a bordo delle Frecce Tricolori. Ci sono poi vittime di incidenti stradali e omicidi tra le persone che avevano informazioni sulla strage di Ustica.