Le famiglie delle vittime della strage di Ustica continuano a chiedere verità e giustizia nella speranza che il mistero venga risolto, ma non mancano nuove rivelazioni che alimentano l’integro internazionale. Come quelle riportate da Repubblica, secondo cui accreditano la tesi di Giuliano Amato: la Francia aveva effettivamente informazioni che non avrebbe fornito all’Italia. Mentre è in corso un’indagine della procura di Roma aperta da 16 anni, su cui si sa sorprendentemente poco, rimbalzano ciclicamente le notizie di un’archiviazione, per cui la speranza è che nelle motivazioni da fornire al gip siano indicati gli sviluppi investigativi e cosa manca per arrivare a un processo.



Intanto grazie a un dialogo registrato da Massimo Giletti per “Ustica – Una breccia nel muro” si scopre che un ex addetto militare dell’ambasciata francese a Roma sostiene di non aver mandato all’Italia i tracciati dei radar della Francia della base aerea di Solenzara in Corsica, in quanto era stato dichiarato all’epoca che erano spenti, svelando che era una bugia costruita in virtù del silenzio imposto che era stato imposto dai suoi superiori. Un’ulteriore conferma, comunque, di quel muro di gomma che è stato costruito in tutti questi anni.



“MANCA UN PEZZO DI VERITÀ SULLA STRAGE DI USTICA”

Lo Stato maggiore italiano avrebbe chiesto a quello francese il rilevamento radar di quella notte, ma il colonnello francese riferì all’ex addetto militare, secondo la ricostruzione di quest’ultimo, che visto che la base di Solenzara era chiusa, «il radar era in manutenzione», quindi gli fu detto di riferire ciò. Nella conversazione l’uomo spiega a Giletti che tutto ciò si è verificato per telefono e di essersi attenuto a fare quanto richiesto. Per Repubblica queste nuove rivelazioni accreditano la tesi di Giuliano Amato: l’ex presidente del Consiglio quasi un anno fa dichiarò che il Dc9 fu abbattuto da un missile della Francia, quindi chiese al presidente Emmanuel Macron di chiedere scusa all’Italia.



Amato rimarcava che la ricostruzione emerge dalle centinaia di pagine scritte dai giudizi, ma anche dalle inchieste giornalistiche, come quella di Andrea Purgatori. «Purtroppo avviene tutto troppo tardi», dichiara Daria Bonfietti, a capo dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica. Ne parla all’Adnkronos, spiegando che comunque chi vuole raccontare la verità fa il suo dovere: «Continuiamo a dire che manca un pezzo di verità».