La strage di Erba è tornata centrale nel corso della diretta della trasmissione Iceberg di TeleLombardia, che assieme all’avvocato Fabio Schembri ha analizzato le ultime novità in merito alla richiesta di revisione del processo. Allegata alla richiesta vi sarebbero alcune consulenze, oltre alle intercettazioni di Rosa Bazzi e Olindo Romano che, secondo la difesa, non sono mai state analizzate.
Particolarmente discussa tra le consulenze per la revisione del processo sulla strage di Erba è quella energetica, che dimostrerebbe la presenza nella casa di Raffaela Castagna di qualcuno nei momenti precedenti alla strage. Castagna, infatti, uscì alle 13/13:30, ma nel pomeriggio la corrente è stata usata a più riprese, forse scagionando Rosa e Olindo, che non possedevano le chiavi dell’abitazione, che non presentava a sua volta segni si scasso. “Ci sono dei consumi ad intermittenza“, spiega Fabio Schembri, che ha chiesto la revisione del processo per la strage di Erba, “è chiaro che lì ci doveva essere una persona che accende un determinato elettrodomestico, piuttosto che la luce o il televisore”, anche perché nessuno degli elettrodomestici “era programmabile a distanza”.
Strage di Erba: gli altri elementi a sostegno di Rosa e Olindo
Un’ulteriore riprova della possibile innocenza di Rosa e Olindo per la strage di Erba, secondo l’avvocato Schembri, è la testimonianza “dei siriani che abitavano sotto Raffaela Castagna che all’epoca dissero di essere sicuri di aver sentito dei rumori dalle 13 in poi, fino al rientro di Raffaela e ai rumori della strage. Questi siriani sono stati letteralmente ignorati” dalla procura in tutte le fasi del processo.
Sul luogo della strage di Erba, spiega l’avvocato, vennero anche “ritrovate da parte dei RIS delle tracce palmari non riconducibili a Rosa e Olindo“, probabilmente appartenute alle persone che erano lì nel corso del pomeriggio. “L’altro elemento nuovo è la testimonianza di uno dei due personaggi che vennero arrestati per traffico di sostanze stupefacenti, che era residente all’interno di quella abitazione”. Questi, spiega l’avvocato, “ha riferito che pochi mesi prima della strage di Erba avevano una faida con un gruppo rivale che aveva provato con le medesime modalità della strage a salire in casa dove loro avevano un altro appartamento”.
Le intercettazioni ignorate di Rosa Bazzi
Tra gli elementi che Iceberg ha analizzato sulla revisione della strage di Erba vi sono anche alcune intercettazioni inedite. In una di queste Rosa Bazzi racconta ad un’amica che dopo il loro ritorno da Como, in cui sostennero di essere stati nei momenti della strage, che “la mia paura, vedendo le fiamme, il fumo e i pompieri, era che il camper avesse preso fuoco perché dentro c’è una bombola di quelle grosse”.
In una seconda intercettazione successiva alla strage di Erba, invece, la stessa Rosa racconta, ancora ad amici, che “ho paura. Sabato sera sono uscita e quando siamo rientrati ho mandato avanti l’Olindo ad accedere tutte le luci. Abbiamo pensato di trovare un’altra porta, di fare una serrata perché non so cosa fare. Stavamo parlando di vendere la casa ma non ce la compra nessuno perché chissà quanto tempo ci saranno qua i carabinieri”. Secondo Schembri, inoltre, nel corso delle intercettazioni a Rosa e Olindo dopo la strage di Erba “l’accusa non è riuscita a trovare una frase che possa essere letta in chiave accusatoria”, ma di contro “hanno completamente obliterato” tutto il resto delle dichiarazioni “in cui sperano che si risvegli Frigerio, che individuino il colpevole, che si interrogano se sia una questione di droga o altro. Si interrogano su chi ha compiuto la strage, esprimendo pietà per le vittime e il sopravvissuto”.