Revisione del processo sulla strage di Erba: è quanto continua a chiedere la difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi. La Cassazione recentemente ha rigettato la richiesta in merito a nuove analisi sui reperti, ma l’avvocato Fabio Schembri tira dritto. «Ci sono anche elementi sui quali noi contiamo, tramite i quali chiederemo la revisione», ha dichiarato ai microfoni della trasmissione “Iceberg” di Telelombardia. Il difensore della coppia condannata in via definitiva per la strage di Erba intende provare ad analizzare ugualmente quei reperti. «Ritengo che questo rigetto non metta la parola fine su quei reperti, quindi proveremo ad analizzarli». Quindi, nel giro di qualche mese verrà presentata la richiesta di revisione del processo, «per la precisione prima dell’estate». Intervistato dal giornalista Marco Oliva, ha ammesso che «la revisione può avere un altro tipo di consistenza» se non c’è la possibilità di analizzare i reperti. Per questo motivo stanno «aspettando una importante analisi, che vorremmo effettuare».
STRAGE DI ERBA, “FORSE C’È ALTRO DNA”
Il legale di Rosa Bazzi e Olindo Romano a Telelombardia ha spiegato che vorrebbe analizzare delle formazioni pilifere che sono state individuate sulla felpa del piccolo Youssef. Ma non è l’unico reperto su cui puntano la loro attenzione. «Per esempio un’impronta palmare che non è di Olindo e Rosa, non è dei soccorritori, che è lì pronta per poter essere inserita all’Afis», cioè il centro database impronte. L’avvocato Fabio Schembri è convinto che dall’analisi dei nuovi reperti si possa arrivare ad un’importante svolta sul caso della strage di Erba. «Noi riteniamo che uscirebbe il Dna di terzi soggetti da quei reperti. Che ce li facessero analizzare e vediamo quale Dna esce. Potrebbe saltare fuori un altro soggetto che era presente sulla scena del crimine», ha concluso il legale. Già dopo il verdetto della Cassazione la difesa aveva chiarito l’intenzione di andare avanti, «se ci autorizzeranno l’analisi dei reperti rimasti al Ris e a Pavia, dove può esserci la prova dell’innocenza di Olindo e Rosa. Naturalmente abbiamo raccolto molto altro».