La strage di Erba, a distanza di quasi 13 anni dai quattro omicidi, continua ancora a destare numerosi dubbi. Il caso torna al centro del nuovo appuntamento con la puntata di Quarto Grado di questo venerdì in quanto sono in tanti a nutrire delle perplessità su alcuni aspetti di una delle vicende di cronaca più sanguinarie di sempre. Già la trasmissione Le Iene, nell’ultima puntata stagionale, aveva riassunto in un lungo servizio tutti i dubbi finora emersi, nonostante la condanna definitiva all’ergastolo a carico di Rosa Bazzi e Olindo Romano, i due coniugi definiti da tre differenti gradi di giudizio i soli responsabili dei delitti di Raffaella Castagna, del piccolo figlio Youssef Marzouk, della madre Paola Galli e della vicina di casa Valeria Cherubini. Dubbi ai quali neppure il maresciallo Luciano Gallorini, ormai in pensione ma che all’epoca dei fatti condusse le indagini portando in tempo record all’individuazione dei due responsabili condannati per la strage, è riuscito a rispondere molti anni dopo. Dopo le parole di Rosa e Olindo, entrambi intervistati dalle telecamere de Le Iene, la trasmissione di Rete 4 concentrerà la sua attenzione su due aspetti chiave della strage di Erba: la testimonianza di Mario Frigerio, il marito di Valeria Cherubini e unico superstite, e la versione fornita da Olindo prima di ritrattare tutto, in riferimento all’aggressione a Valeria Cherubini.



STRAGE ERBA, FRIGERIO: SUA TESTIMONIANZA FU CONDIZIONATA?

Mario Frigerio era presente sul luogo della strage ma fortunatamente riuscì a sopravvivere nonostante la coltellata alla gola. L’uomo fu creduto morto dai suoi assalitori e solo dopo essersi risvegliato in ospedale, interrogato proprio dal maresciallo Gallorini, rese alcune importanti dichiarazioni. Era il 15 dicembre 2006 quando per la prima volta Frigerio rivelò in un colloquio il suo ricordo rispetto all’aggressione subita. Inizialmente l’uomo, ritenuto il supertestimone della strage di Erba, fece mettere a verbale la frequentazione della casa dei Castagna di “extracomunitari di etnia araba”. Rispetto al presunto aggressore, parlò di un uomo di carnagione olivastra. Pochi giorni dopo, Gallorini gli fece visita in ospedale ma non puntò l’attenzione sulle sue prime dichiarazioni, spostando il focus su Olindo Romano. Il suo nome fu pronunciato dal maresciallo ben nove volte. Dopo quell’incontro, Mario cambierà versione. E’ il 26 febbraio 2008 quando depone la propria versione dei fatti confermando che a compiere la strage furono Olindo Romano e una “seconda persona, una donna, quasi sicuramente Rosa Bazzi“. Il dubbio che le sue dichiarazioni fossero state in parte condizionate resta ancora oggi, anche alla luce delle intercettazioni del colloquio con Gallorini e delle dichiarazioni di quest’ultimo in aula che, sotto giuramento, asserì di non aver mai fatto il nome di Olindo con Frigerio.



LA CONFESSIONE DI OLINDO

C’è però un secondo dubbio ancora irrisolto e che riguarda proprio Olindo Romano e la sua descrizione dettagliata dell’aggressione a Valeria Cherubini, poi ritrattata. L’uomo ha sempre sostenuto di aver mentito nella sua prima confessione, asserendo di essere stato indotto a raccontare tutto dagli stessi inquirenti, dietro la promessa che avrebbe potuto rivedere la moglie Rosa Bazzi. Aspetto ribadito anche nell’ultima intervista a Le Iene. “Le nostre confessioni facevano parte di una strategia difensiva che non ha funzionato. Ma io e mia moglie siamo innocenti”, aveva dichiarato nei mesi scorsi. Eppure, alla domanda sul motivo per il quale loro sapessero tutti quei dettagli della strage, la risposta di Olindo fu spiazzante: “Quando abbiamo confessato i pm ci hanno mostrato delle foto, ce le hanno fatte vedere loro…” – ha rivelato al programma di Italia 1 – “dove non riuscivamo ad arrivare ci correggevano un po’ loro… e alcuni dettagli noi li abbiamo praticamente visti su un mucchio di fotografie sul tavolo”.

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