Bilancio di 5 morti e 25 feriti nella strage di domenica nel nightclub gay in Colorado. Un dramma che ha scosso gli Stati Uniti, l’ennesima sanguinosa sparatoria. Un episodio che ricorda da vicino quanto accaduto nel 2016 ad Orlando, sempre in un locale omosessuale, ma in questo caso non c’è traccia di suprematismo. Come reso noto dalle autorità, il responsabile della strage – il ventiduenne Anderson Lee Aldrich – è un esponente della minoranza di genere “non binaria”.
Accusato di omicidio e crimini d’oro, il killer è identificato com “Mx. Aldrich” negli atti giudiziari. Utilizza dunque i pronomi loro/essi. Cinque i capi di imputazione per il killer, attualmente in custodia presso il penitenziario della Contea di El Paso dopo le dimissioni dall’ospedale. Come riportato dai colleghi di Nova, la polizia locale non ha diffuso dettagli sul movente della strage, ma sicuramente è stata smentita la pista dell’odio contro le minoranze di genere, facendo parte di quel mondo. Non mancano le polemiche del caso: Aldrich, infatti, era libero nonostante nel 2021 si fosse asserragliato in casa per ore minacciando la madre con un ordigno esplosivo artigianale e altre armi.
Strage gay in Colorado, killer è non binario
Attesi aggiornamenti nel corso dei prossimi giorni dalle indagini sulla strage in Colorado. Il dramma si è verificato nella notte tra sabato e domenica al locale “Club Q”. Anderson Lee Aldrich è entrato all’interno dell’esercizio munito di giubbotto antiproiettile e ha immediatamente aperto il fuoco sulla folla con un fucile AR15. Un’arma regolarmente detenuta, come la pistola che aveva con sé a portata di mano. Il ventiduenne è stato poi fermato da due “eroi”, come definiti dal sindaco della città.
Intervenuto ai microfoni di CBS, il padre del killer – l’ex lottatore di MMA e attore porno Aaron Brink – ha rilasciato alcune dichiarazioni che hanno acceso il dibattito sui social. “Che ci faceva Anderson in un locale LGBT? Era gay anche lui?”, le parole del 48enne: “Ok, beh merda, Anderson è accusato di aver commesso una strage ma sono contento che non sia gay. Posso dirlo, sono contento che non sia gay”. Aaron Brink, inoltre, non ha manifestato dispiacere per la strage commessa dal figlio, utilizzando un tono piuttosto spregiativo nei confronti della comunità LGBT.