È sorprendente quel che sta emergendo dalle analisi della rete di Brahim Aoussaoui, il terrorista 21enne di Nizza. Estremista islamico, ma al tempo stesso lontano all’islamismo radicale. In uno dei profili su Facebook è, infatti, spuntata una foto di un uomo discinto e muscoloso, oltre che scatti di uno spinello e un accendino. A riportarlo è La Verità, spiegando che sono immagini che non si addicono ad un musulmano radicale. Sabato sera è stato arrestato Ahmed Ben Amor, partito con lui. Su Internet si scopre che nel 2016 era vicepresidente di un gruppo Lgbt che lotta per la depenalizzazione dell’omosessualità in Tunisia, Shams Tunisie. Ma non è l’unica clamorosa verità che spunta dai social. Riguarda i legami con l’Italia della presunta rete del tagliagole di Nizza. Brahim Aoussaoui, dopo l’identificazione e la fotosegnalazione a Bari, è tornato in Sicilia, avendo un contatto a Palermo. Si tratta di Issam Ben Hamida Ben Mohamed Chibi, il quale gli avrebbe garantito un alloggio di fortuna in un magazzino del ristorante etnico in cui lavora. Ma poi si è spostato ad Alcamo, in provincia di Trapani, da un tunisino il cui nome non è stato reso noto.



STRAGE NIZZA, COMPLICE TERRORISTA ERA ATTIVISTA OMOSEX

L’attentatore di Nizza ha comunicato l’arrivo in Francia alla sorella attraverso un profilo da cui sono state pubblicate diverse foto in cui compaiono altre persone che potrebbero essere partite con lui. Sebbene sia considerato estraneo agli ambienti dell’estremismo islamista, il terrorista avrebbe mantenuto contatti in Tunisia con personaggi che apparterrebbero ad una cellula terroristica affiliata all’Isis. Stando a quanto riportato da La Verità, l’attività dell’Aise (agenzia informazioni e sicurezza esterna) si è rivelata determinante nel ricostruire e individuare la rete di contatti dell’attentatore di Nizza. Secondo gli analisiti dell’Aise, non ci sono evidenze di un’unica regia e quindi gli attentati del 29 ottobre appaiono casi scollegati. Ma resta alto il rischio di attentati contro obiettivi francesi nel mondo. Di sicuro questa vicenda conferma, e la nostra intelligence lo ha evidenziato nelle sedi istituzionali, che nei flussi migratori dei clandestini si infiltrano occasionalmente individui radicalizzati.

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