Si torna a parlare dell’omicidio di Samarate negli studi di Mattino5, programma in onda tutte le mattine su Canale 5, in collegamento la nota criminologa Anna Vagli che ha analizzato la vicenda, soffermandosi sull’arma del delitto, il martello: “La scelta dell’arma non è casuale, il martello è simbolo di distruzione, si è svestito da genitore percependo i figli come oggetti appartenenti alla moglie e quindi degni di essere distrutti, e nella sua mente malata come strumento un mezzo per conservare un minimo di autostima. La scelta delle armi non è mai un caso, ed è sempre documentato”.



“Il movente – ha proseguito la criminologa – è l’umiliazione pubblica che poteva derivare sia dalla moglie di separarsi ma anche dallo spettro della decadenza dello status economico. Lui ha impostato tutta la sua esistenza sull’apparire e in realtà non è neanche certo che fosse architetto, lui si spacciava come tale ma era un geometra, una personalità narcisista”. E ancora: “Una esistenza improntata sull’apparire, sul controllo e dominio, considerava tutti i componenti della famiglia come da sottomettere, e nel momento in cui ha percepito la minaccia di essere lasciato, quindi di perdere il controllo, li ha uccisi: se il nucleo famigliare si fosse disfatto il suo ego sarebbe crollato”.



STRAGE DI SAMARATE, LE PAROLE DEI VICINI DI CASA

Il programma Mattino5 è tornato a parlare anche con alcuni vicini di casa della famiglia vittima della strage di Samarate, a cominciare dalla donna che ha visto per prima Alessandro Moja, l’autore del delitto, in una pozza di sangue: “L’ho visto in una pozza di sangue, ho chiamate i carabinieri e l’ambulanza. Tranquilli, una famiglia per bene, siamo scioccati come tutti”.

La figlia della vicina ha aggiunto: “Mia mamma stava uscendo per andare al lavoro, ha dimenticato le chiavi della porta di casa e ha sentito chiedere aiuto”. Sulla vicenda è intervenuto anche un altro vicino di casa, colui che si è accorto che nella mattinata di ieri erano entrate delle persone nell’abitazione di Samarate dove si è verificato l’omicidio: “Mai sentito una volta litigare o fare discussioni – ha raccontato – sono entrati in casa, me ne sono accorto io alle 7:20, c’era il cancelletto aperto”.