Una vera e propria strage di soldati, quella commessa da un militare russo ai danni di 8 commilitoni. L’uomo, in servizio presso la base russa di Gorny in Siberia, nella regione della Transbaikalia, a 150 chilometri a nord dal confine con la Mongolia, avrebbe aperto immotivatamente il fuoco contro i suoi colleghi, uccidendone otto e ferendone altri due. La notizia, riportata dai maggiori media locali, è giunta anche in Italia e trova conferma dal ministero della Difesa russo, raggiunto dall’agenzia di stampa Ria Novosti. Secondo quanto riportato dallo stesso dicastero, il fatto choc si sarebbe verificato durante il cambio della guardia. Il sondato, in quel momento in servizio presso un’officina tecnico-militare avrebbe atteso che i colleghi fossero interessati dal cambio quando, intorno alle 18.20 ora locale (le 11.20 in Italia) avrebbe iniziato a sparare all’impazzato proprio contro i commilitoni usando un’arma – presumibilmente una pistola – presente nella base.



STRAGE SOLDATI: MILITARE UCCIDE 8 COMMILITONI: ESAURIMENTO NERVOSO?

Il militare sarebbe già stato identificato ed arrestato dopo essersi reso autore della strage militare. Al momento però, come riferisce Tpi, non sarebbero chiare le motivazioni del gesto folle. Il ministero della Difesa russo tuttavia, si è espresso anche su questo aspetto avanzando una possibile ipotesi e spiegando che il sondato che ha ucciso i suoi commilitoni sarebbe stato travolto da “un esaurimento nervoso per problemi personali non legati agli obblighi militari”. Lo stesso ministero ha annunciato una indagine sul luogo della strage militare condotta da una commissione investigativa guidata dal viceministro in arrivo da Mosca. Secondo le prime ricostruzioni rese note da Repubblica, l’uomo arrestato sarebbe andato su tutte le furie dopo un crollo mentale legato a motivi personali. Ulteriori accertamenti potrebbero confermare questa tesi del presunto raptus per ragioni non legate al suo lavoro ed al rapporto con le vittime.

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