Nella giornata di ieri, l’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato ha raccontato, in un’intervista per Repubblica, delle “verità” teoricamente sconvolgenti sulla strage di Ustica. Il riferimento è a quanto avvenne nei cieli dell’isola italiana il 27 giugno 1980, quando un aereo militare dell’esercito italiano, il famoso Dc9 della Itavia, precipitò al suolo, uccidendo le 81 persone che si trovavano a bordo. Alla strage seguirono, ovviamente, le dovute analisi, appurando che non era possibile definire concretamente cosa fosse successo. Tuttavia, secondo Amato, la ragione dietro alla strage di Ustica potrebbe essere legata ad una finta esercitazione Nato che aveva lo scopo di abbattere, facendolo passare per incidente, un altro aereo con a bordo Gheddafi, prontamente (secondo Amato) avvertito da Bettino Craxi.



La strage di Ustica secondo la ricostruzione ufficiale

Insomma, se Amato avesse ragione la strage di Ustica sarebbe stata una pura fatalità, la cui colpa sarebbe da imputare alla Francia, cambiando forse per sempre i rapporti tra Roma e Parigi. Eppure, seppure l’ex presidente abbia chiesto a Macron di scusarsi, il presidente francese non ha rilasciato commenti, mentre l’Eliseo ha rinnovato la sua posizione, sottolineando di aver fornito tutte le carte e il supporto necessario a ricostruire cosa effettivamente avvenuto in quel 27 giungo.



Carte, spiega La Verità, che smentirebbero categoricamente la posizione di Amato sulla strage di Ustica, rilevando che non vi era alcuna colpa per quanto successo. Secondo il tribunale, infatti, in occasione dell’incidente non vi era, nei cieli, alcun traffico aereo (né l’aereo di Gheddafi, né la finta esercitazione Nato). Non solo, perché dalle perizie effettuate, risulta anche che l’aereo non fu abbattuto da un missile, dato che non presentava alcun segno dell’impatto. Secondo la sentenza, la causa della strage di Ustica “non può che essere la bomba a bordo“, sulla quale però non si è mai riuscita a ricostruire la provenienza.



Stefania Craxi: “Amato mente, mio padre non c’entra nulla”

La tesi di Amato sulla strage di Ustica, però, ha fatto scattare tutta una serie di reazioni, tra cui quella della premier Meloni che chiede all’ex presidente di presentare delle eventuali prove a suo sostegno, invitando tutti alla prudenza. Più accesa, invece, la reazione di Stefania Craxi, figlia dell’ex presidente Bettino, che in un’intervista per La Stampa, sostiene che “Amato mente, non so se per l’attutita capacità mnemonica o per dolo”.

Secondo la figlia di Craxi, infatti, la tesi di Amato sulla strage di Ustica non starebbe già in piedi per il semplice fatto che suo padre “avvertì sì Gheddafi di un attentato che il Dipartimento americano stava organizzando, ma sul territorio libico e soprattutto nel 1986, e non nell’80“. Non solo, perché sottolinea anche che “Craxi fu il presidente del Consiglio che fece stanziare i fondi per recuperare il relitto dell’Italicus su richiesta del giudice Priore”. Secondo Stefania Craxi, Amato piuttosto che lanciare tesi sulla strage di Ustica, e chiedere le scuse dei francesi sarebbe meglio avere in mano una prova provata“.