STRAGE VIAREGGIO, LA SENTENZA DELL’APPELLO BIS

Mauro Moretti è stato condannato a 5 anni di carcere per la strage ferroviaria di Viareggio. L’ex amministratore delegato di Rfi e Ferrovie dello Stato è stato riconosciuto colpevole di disastro ferroviario colposo, incendio e lesioni colpose. L’accusa aveva chiesto una condanna a 6 anni e 9 mesi. Moretti, che aveva rinunciato alla prescrizione dall’accusa di omicidio colposo plurimo, era stato condannato nel primo appello a 7 anni. In quello bis, deciso dalla Cassazione per la rideterminazione di alcune delle pene, l’ex ad di Ferrovie si è avvalso della prescrizione, quindi l’accusa ha dovuto valutare il suo comportamento per i reati rimasti in piedi.

Sono state rideterminate le pene degli altri 15 imputati, con tre assoluzioni. Si tratta di Joachim Lehmann, supervisore e responsabile esami Jungenthal, Francesco Favo, addetto alla sicurezza per la sicurezza di Rfi, ed Emilio Maestrini, responsabile dell’unità produttiva direzione ingegneria, sicurezza e qualità di sistema di Trenitalia. Per Michele Mario Elia, ex ad di Rai, il pg aveva chiesto 5 anni e 9 mesi, ma ha ricevuto una condanna a 4 anni, due mesi e 20 giorni. Il verdetto è stato giudicato “soddisfacente” dall’avvocato Tiziano Nicoletti, uno dei legali delle vittime. “Ha confermato la condanna dei vertici delle Ferrovie dello Stato tra i quali Moretti ed Elia e le gravi responsabilità sulla omissioni sul controllo dei vagoni che arrivano dall’estero“. Invece gli altri familiari si sono riservati di commentare la sentenza dopo una riunione che si terrà questa notte.

LE RIVELAZIONI SU ROMANO PRODI

Non è ovviamente soddisfatto l’avvocato Ambra Giovene, legale di Mauro Moretti. “È una sentenza deludente. Una condanna a 5 anni per un processo senza prove è un teorema e questo non può che dispiacerci. Leggeremo le motivazioni fra 90 giorni“. Non c’è ancora la parola fine alla vicenda della strage di Viareggio, che si consumò la notte del 29 giugno 2009 causando la morte di 32 persone tra cui tre bambini. Quasi sicuramente ci sarà un nuovo ricorso in Cassazione, che sarà l’ultimo atto. La giornata è stata caratterizzata anche da rivelazioni a sorpresa, come quella di Mauro Moretti su Romano Prodi, all’epoca premier: “Nel 2006 mi disse che la Tirrenia era fallita, così come l’Alitalia e non potevamo permetterci che fallissero anche le Ferrovie dello Stato“.

Inoltre, ha affermato che “gli autori di quella precisa politica invece furono il governo e il Parlamento italiano, che finanzieranno fino all’ultimo centesimo l’opera senza procurare nessun rischio di impresa a chi realizzerà questi progetti“. Quello del 2002 gli chiese “di accelerare i lavori Tav Napoli-Torino che stavano ristagnando, e io agii in tal senso. Costruii un rigido piano operativo, bloccando ogni variante in corso d’opera, attuando un sistema di gestione delle commesse digitalizzato per controllare lo stato avanzamento dei lavori“.