Igor Stravinskij, di cui ricorre quest’anno il cinquantenario dalla morte, ha avuto, secondo gli storici della musica, vari “periodi” sia secondo il Paese dove viveva sia secondo gli stilemi musicali che seguiva. Non ha avuto un “periodo italiano” a sé stante anche se amava l’Italia: uno dei suoi principali lavori è basato su musica di Pergolesi, la sua unica opera in tre atti – The Rake’s Progress – ed uno dei suoi rarissimi lavori di musica dodecafonica – Threni dalle lamentazioni di Geremia – hanno debuttato a Venezia, città dove ha chiesto (per testamento di riposare).
Era molto legato alle istituzioni romane; nelle sue “Cronache” racconta con passione dei concerti da lui diretti all’Augusteo, quando era sede dove operava l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Esiste un ricco epistolario tra il compositore e Adriana Panni, che per cinquanta anni, è stata l’anima dell’Accademia Filarmonica Romana.
L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha dedicato un duplice omaggio al compositore: il 27 giugno ha eseguito la sua opera Œdipus Rex al Festival di Spoleto ed il 6 luglio ha inaugurato la stagione estiva nella Cavea del Parco delle Musica. Non un concerto tradizionale ma uno spettacolo di teatro in musica, coprodotto con il Festival del Balletto di Nervi (dove è stato presentato il 7 luglio). Una scelta ben giustificata in quanto buona parte della musica per il teatro di Stravinskij è dedicata al balletto. Tramite il balletto, poi, si colgono tre “periodi” importanti dello sviluppo del compositore: quello “russo” quando, ha portato la musica e la danza della Russia tradizionale in Europa occidentale, quello “svizzero” in cui, durante la prima guerra mondiale, viveva ed operava vicino a Ginevra, e quello “francese” dalla fine del primo all’inizio del secondo conflitto mondiale.
Lo spettacolo è a cura di Daniele Cipriani con la consulenza musicale di Gastón Fournier-Facio. Come si è accennato, la produzione è realizzata con la Fondazione Carlo Felice di Genova per il Nervi Music Ballet Festival 2021, con il Patrocinio della Fondazione Stravinskij di Ginevra.
Sul palco, a sinistra c’è un piccolo complesso: un pianoforte ed un leggio per un violinista. Tre star internazionali della musica – Beatrice Rana e Massimo Spada al pianoforte e Simone Lamsma al violino – eseguono brani tratti dei balletti. Magnifica la versione per piano a quattro mani de Le Sacre du Printemps che ha concluso lo spettacolo. Per i balletti Apollo e L’Oiseau de Feu si sono invece incisioni storiche dirette dallo stesso Stravinskij – uno dei primi compositori a comprendere l’importanza del grammofono.
La serata è iniziata con un brano da Pulcinella, il balletto composto prendendo spunto da schemi di partiture di Pegolesi con costumi ricostruiti sui bozzetti originali predisposti da Pablo Picasso; Sasha Riva e Simone Repelle nei ruoli principali. E’ continuata con Tre Danze da l’Histoire du Soldat, il piccolo capolavoro composto in Svizzera su libretto di Charles Ramuz; unico accompagnamento la violinista Simone Lamsma: ha rievocato perfettamente il clima della breve opera, che richiede un piccolissimo organico. Hanno danzato Sergio Bernai ed Ashley Bouder.
E’ stato, poi, presentato nuovo balletto firmato da John Neumeier su Divertimento, brano per violino e pianoforte tratto da Le Baiser de la Fée, il balletto composto da Stravinsky in omaggio a Čajkovskij. Questo nuovo balletto dal titolo Peter and Igor, creato per Jacopo Bellussi e Alessandro Frola dello Hamburg Ballet che lo hanno interpretato a Roma pochi giorni dopo la prima mondiale del 27 giugno ad Amburgo.
Di Apollon Musagéte sono state presentato le variazioni di Tersicore e di Apollo ed il passo a due, con la coreografia originale di George Balanchine e l’interpretazione di Ashley Bouder e Sergio Bernain. La berceuse ed il finale de L’Oiseau de Feu sono stati interpretati da Sasha Riva e Simone Repele, sulla base dell’incisione originale della Columbia Symphony Orchestra diretta da Stravinskij. Gli interpreti di alcuni brani di Petrushka sono stati Mattia Tortora (Petrushka), Susanna Elviretti (la Ballerina) con Tommaso Beneventi (il Moro) del Reale Balletto Svedese – nella coreografia storica di Fokine. Il ruolo del Prestigiatore, che alla prima nel 1911 fu del leggendario ballerino e maestro di ballo Enrico Cecchetti, è stato interpretato da Derevianko.
Per La Sagra della primavera è stata scelta la versione di Uwe Scholz che sarà quindi rappresentata per la prima volta in Italia; interpretata da Davide Dato, la coreografia è stata ricostruita da Giovanni di Palma. Magnifico – come si è detto- il duo Beatrice Rana e Massimo Spada nella versione per piano a quattro mani del balletto.
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