Boom di infezioni di streptococco tra i bambini. Un recente studio dei ricercatori dei reparti Pediatria e Microbiologia di Fondazione Policlinico Gemelli Irccs, in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano, ha analizzato le cause per le quali i casi di infezione siano aumentati nel 2023. La ricerca, pubblicata sul ‘Lancet Microbe’, ha spiegato che i bambini più colpiti sono stati quelli della fascia tra i 3 e i 6 anni, dunque in età prescolare. Il sospetto degli studiosi è che stando di più a casa, questi bambini non abbiano sviluppato un’immunità nei confronti dell’infezione.



Maurizio Sanguinetti, ordinario di Microbiologia all’Università Cattolica, a Repubblica ha spiegato che “dal 2020 al 2022 abbiamo registrato una significativa riduzione di casi. Quando invece queste protezioni nel 2023 sono state rimosse abbiamo osservato una ripartenza”. I dati dello studio sono stati raccolti tra il 2018 e il 2023 e hanno analizzato i campioni raccolti in pronto soccorso, più di 1.800. Nell’anno passato, il 13-16% dei campioni esaminati è risultato positivo allo Streptococco.



Streptococco, ecco perché colpisce i più piccoli

Secondo il docente ordinario di Microbiologia dell’Università Cattolica, Maurizio Sanguinetti, “il sospetto è che i più piccoli, essendo stati protetti in modo importante durante il Covid, non abbiano sviluppato la normale immunità parzialmente protettiva nei confronti dell’infezione” da streptococco. Il contatto con i microrganismi, infatti, è fondamentale per allenare il sistema immunitario che impara così a rispondere alle infezioni. L’organismo dei bambini avrebbe dunque un “debito immunologico” che avrebbe impedito a questo di rafforzarsi, difendendosi.



Secondo lo studio, inoltre, se un bambino è sintomatico e presenta febbre alta, tonsille infiammate e così via, non bastano i test rapidi fai da te acquistati in farmacia. In questo caso, infatti, soltanto un tampone faringo-tonsillare effettuato in laboratorio riuscirà a caratterizzare il microrganismo. In questo modo si potrà inoltre riscontrare l’eventuale circolazione di ceppi iper-virulenti, come spiegano ancora gli scienziati.