Stretta di mano come saluto: un’abitudine consolidata nella nostra quotidianità e che la pandemia di Coronavirus ha cancellato ormai da tempo immemore. Ora che in Italia la situazione sembra essere migliore rispetto al passato, perlomeno sotto il profilo numerico dei contagi, può essere recuperata? Il quesito ha letteralmente diviso gli esperti. Come riporta l’agenzia di stampa Adnkronos, Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, ha espresso parere favorevole: “Io la mano la stringo e la do da 3 mesi, quindi spero e mi auguro che altri possano tornare a farlo. Basta pugni e gomiti”.
E, ancora: “Vedo che il presidente Draghi qualche volta dà la mano e qualche volta il pugno, ma potrebbe riprendere il normale saluto che conosciamo, simbolo di contatto, fraternità e uguaglianza. C’è un grosso paradosso. Non diamo la mano, ma facciamo cose ben peggiori. Cerchiamo di tornare alla stretta di mano o all’abbraccio”.
STRETTA DI MANO COME SALUTO? PER BRUSAFERRO È PREMATURO
Di parere diametralmente opposto rispetto a Matteo Bassetti è il professor Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha rilasciato alcune dichiarazioni ad Adnkronos Salute: “È ancora presto, vediamo come va la situazione”. Gli ha fatto eco l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud Italia della Fondazione per la Medicina Personalizzata: “Oggi il saluto con il pugno o il non abbracciarsi sono un repertorio comportamentale che non può giustificarsi nel tempo del Green Pass, perché la vaccinazione ha, evidentemente, trasformato la situazione che aveva generato quelle misure di cautela sociale”.
Minelli ha poi aggiunto quanto segue: “Da immunologo considero vincente non il saluto a dorso di mano, ma magari un vaccino in più con stretta di mano in senso stretto, anche nel senso figurato di complimentarsi con il neovaccinato per aver fatto la scelta più giusta e più saggia, fuori da ogni paranoia. In tempo pieno di vaccinazione, non credo sia proficuo per la stabilità mentale soprattutto degli indecisi ritornare ad evocare mascherine iperfiltranti come rimedio di sicurezza”.