Continua la (ormai) lunga battaglia del ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara contro i cosiddetti ‘diplomifici‘, ovvero tutti quegli istituti scolastici privati che permettono agli studenti in difficoltà di conseguire il diploma di maturità e che sono tacciati – ormai da diversi anni – di applicare pratiche discutibili per aiutare gli studenti in cambio di pagamenti talvolta lauti. Accuse mosse in seguito ad una lunga indagine del sito Tuttoscuola che ha rilevato criticità soprattutto in alcuni diplomifici in Campania, Sicilia e Lazio; che è arrivata sulla scrivania di Valditara e ha portato alla prima formulazione di un impianto normativo poi confluito nel cosiddetto Ddl ‘semplificazioni’, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso marzo.
Tutta la questione dei diplomi ‘facili’ è tornata protagonista di un recente articolo di Repubblica nel quale si critica l’adozione tardiva della stretta che permetterà a questi istituti – cita il sito OrizzonteScuola – di “fare il bello e il cattivo tempo”. Un intervento che non è passato inosservato al ministro Valditara che a fonte delle critiche ha spiegato che la stretta sui diplomifici “diventerà necessariamente legge prima del 31 dicembre 2024” essendo collegata agli obiettivi del PNRR; precisando che in ogni caso “non potendo essere la legge retroattiva, le nuove regole non si sarebbero di certo potute applicare a chi fa gli esami nei prossimi giorni”.
Diplomifici: cosa prevede la stretta voluta dal ministro Valditara
Insomma, la nuova stretta sui diplomifici fortemente voluta dal ministro Giuseppe Valditara sarà attiva dal prossimo anno scolastico, mentre a quanto risulta ora gli ispettori del ministero starebbero verificando che gli istituti paritari privati soddisfino tutti i requisiti legali, inclusa la frequentazione dei corsi da parte degli studenti, il rispetto di tutti le procedure e – soprattutto – che siano stati attivati tutti i percorsi di studio previsti dall’ordinamento scolastico. Complessivamente, la stretta sui diplomifici dovrebbe partire da un divieto assoluto di “attivazione di più di una classe terminale collaterale per ciascun indirizzo di studi”, da intendere – spiegò lo stesso Valditara a marzo – come tutte quelle classi quinte parallele create al solo scopo di raccogliere più studenti in difficoltà possibili dalle scuole pubbliche per accompagnarli al diploma.
Similmente, saranno vietati anche i famosi ‘tre anni in uno‘ proposti da moltissime scuole, con un limite che sarà fissato ad un massimo di due anni successivi a quello che si dovrebbe frequentare; mentre sono previste anche nuove norme per l’adozione in tutti i diplomifici degli strumenti di didattica digitale (come per esempio il registro online, i protocolli informatici e la pagella elettronica) ed, infine, dal prossimo anno gli istituti saranno sottoposti a controlli più frequenti e stringenti da parte degli ispettori del ministero e – per effetto di un protocollo firmato da Valditara – della Guardia di Finanza.