Stretta sulla movida a Milano in dodici zone della città, quelle dove si trova maggiore concentrazione di locali, come ad esempio i Navigli e corso Como. Le misure sono entrate in vigore pochi giorni fa e saranno in auge fino al prossimo 4 novembre, quando le temperature saranno ormai più rigide rispetto all’estate e dunque ci sarà meno affluenza di giovani. La stretta limita l’orario di utilizzo dei dehors e dei plateatici ma non soltanto: impone inoltre anche il divieto di vendita e somministrazione di bevande alcoliche per l’asporto dopo la mezzanotte.



Come riporta l’ordinanza firmata dal sindaco Sala, le aree interessate sono ben dodici: si tratta di Nolo, Lazzaretto, Melzo, Isola, Sarpi, Cesariano, Arco della Pace, corso Como/Gae Aulenti, Garibaldi, Brera, Ticinese, Darsena e Navigli. Lo scopo della misura introdotta dal Comune è quello di tutelare la tranquillità dell’ambiente, a tutela soprattutto dei cittadini che vi vivono, e garantire la fruizione “dello spazio pubblico nonché il riposo dei residenti in equilibrio con la libertà di aggregazione e lo sviluppo di impresa degli esercizi commerciali”.



Stretta sulla movida a Milano: le decisioni di Palazzo Marino

Come spiegato ancora da Palazzo Marino, nel corso dell’estate a Milano verrà limitato l’uso di dehors e plateatici a partire dall’1 di notte fino ad arrivare alle 6 del mattino successivo, almeno nei giorni feriali. Diversa la situazione nel weekend: sabato e domenica (dunque nelle notti tra venerdì e sabato e sabato e domenica) le limitazioni partiranno dalle ore 2. La stessa ordinanza introduce anche il divieto per la vendita da asporto di bevande alcoliche da mezzanotte fino alle 6.

I locali dovranno segnalare esplicitamente il divieto anche con cartelli e comunicazioni dedicate, come spiegano dal Comune di Milano. I gestori dei bar nelle dodici zone del capoluogo meneghino non hanno apprezzato affatto l’ordinanza anti movida a Milano, che ridurrà non soltanto l’apertura delle attività con i dehors ma anche la vendita di alcol da asporto e dunque ridurrà inevitabilmente (e forse anche di molto) le entrate. Per questo hanno annunciato un ricorso al Tar che al momento non sembra spaventare il sindaco Sala, che espressamente ha affermato: “Andremo avanti”.