Nessun mandante dietro il caso dossieraggio: lo assicura Pasquale Striano, il finanziere che era in servizio alla Direzione nazionale antimafia (Dna) col pm Antonio Laudati, all’ufficio Segnalazione operazioni sospette (Sos). «Posso assicurare che dietro quello che ho fatto non ci sono mandanti e non ho mai agito per conto dei servizi segreti. Chiarirò la mia posizione di fronte ai giudici, perché non ho creato dossier contro i politici», ha fatto sapere il tenente della Finanza tramite il suo legale, l’avvocato Massimo Clemente. Inoltre, ha ribadito di non aver effettuato accessi abusivi alle banche dati su input «di un gruppo eversivo o per conto dell’intelligence, sia interna sia estera».



Lo stesso procuratore capo di Perugia, Raffaele Cantone, che sta indagando sui presunti dossier contro politici e vip spiati, durante l’audizione di giovedì alla Commissione parlamentare antimafia, ha negato «assolutamente» eventuali rapporti di Striano con i servizi segreti stranieri. Per ora sono escluse anche le «finalità eversive» delle sue ricerche alle banche dati della Dna. Come evidenziato dalla Stampa, dall’inchiesta non sono emerse neppure motivazioni economiche sul motivo per il quale il finanziere facesse quelle ricerche, di sicuro ci sono i fini mediatici, infatti sono quattro i giornalisti indagati sui 15 totali. Il sospetto è che Striano abbia veicolato le informazioni a tre giornalisti del quotidiano Domani.



GLI ATTI DI IMPULSO: PROCURA SMENTISCE STRIANO

Pasquale Striano ha dichiarato di aver monitorato le banche dati in virtù di una «proposta investigativa», ma i magistrati di Perugia hanno scoperto che in realtà quell’«atto di impulso» era stato scritto da un giornalista. Come evidenziato dalla Stampa, c’è poi un giallo riguardante le chat su telefonino e pc tra il finanziere e gli “amici” giornalisti. Molto probabilmente sono state cancellate, visto che perché sono trascorsi ben due mesi tra l’avviso di garanzia inviatogli dalla procura di Roma e l’interrogatorio a marzo 2023, seguito da perquisizione.



Inoltre, Striano non sarebbe l’unica talpa, infatti Cantone in Commissione antimafia ha dichiarato «il mercato delle Sos non si è affatto fermato» e che ci sono altre gole profonde, ma non alla Dna. «Risponderò davanti a un giudice, poi vedrai che succederà, ho fatto il mio lavoro con dignità e professionalità assoluta e con i miei metodi, non quelli dei burocrati», ha dichiarato l’ufficiale al Giornale rompendo il silenzio. Il tenente si è detto pronto a parlare ai giudici, rivendicando la sua onestà, ma anche i «suoi» metodi diversi da quelli dei burocrati. Ma il dubbio resta: ha agito da solo, in buona fede, o ci sono mandanti?