DOSSIER E BECCIU: DUE SCANDALI SI INCROCIANO, LA RICHIESTA DEL VATICANO
Lo scorso marzo dopo quanto anticipato dal “Tempo” e dal “Giornale” emerse che i due casi sull’asse Vaticano-DNA – ovvero il processo contro il cardinale Becciu e lo scandalo dossieraggi di Striano e Laudati – avessero più di un collegamento: ora è ufficiale, il Promotore di Giustizia della Santa Sede chiederà nei prossimi giorni un coordinamento investigativo al collega procuratore capo di Perugia Raffaele Cantone. Il motivo è presto che detto, come rivela lo stesso Diddi al quotidiano romano: «qualcuno spiava il Vaticano durante le indagini secretate del processo Becciu».
E così dopo la condanna a 5 anni e 6 mesi per lo scandalo finanziario della Segreteria di Stato vaticana (legato all’acquisto del palazzo in Sloane Avenue a Roma), il “caso Becciu” trova un altro fascicolo di indagine aperta questa volta per un motivo completamente diverso: ben prima della sentenza letta dal presidente del Tribunale in Vaticano Giuseppe Pignatone (lo scorso 16 dicembre 2023) qualcuno cercava di scopre i nomi dei personaggi coinvolti nel caso Becciu. Il fascicolo in realtà era già stato aperto nel marzo 2024 quando emersero le prime prove degli accessi abusivi alla banca dati della Procura Nazionale Antimafia da parte del sottotenente Gdf Pasquale Striano, indagato assieme all’ex pm Laudati nel maxi scandalo “dossieraggi”.
COS’È SUCCESSO E PERCHÈ STRIANO AVREBBE SPIATO IL VATICANO DURANTE IL CASO BECCIU
Il fatto che nell’ottobre 2019 la vicenda del “caso Becciu” sulla compravendita di un palazzo londinese da parte della Segreteria di Stato in Vaticano, venne “inaugurata” da uno scoop di Emiliano Fittipaldi su L’Espresso – alla luce di quanto scoperto negli anni a seguire – potrebbe non essere una “casualità”. La gestione dei fondi vaticani di cui è stato prima accusato e poi condannato il cardinale sardo è stato svelato da un insieme di articoli degli stessi giornalisti che poi sono “riemersi” alle attenzioni della procura di Perugia in merito allo scandalo “Dossieraggi”.
Insomma, l’annuncio del Promotore Diddi sulla possibilità di unire le indagini fra Perugia e Santa Sede non farebbe che confermare il sospetto avanzato dal “Tempo” di un file rouge tra Striano, gli accessi all’Antimafia e le indagini contro Becciu e la compravendita col finanziarie Raffaele Mincione a Londra. In particolare, l’uomo fidato di Laudati in servizio presso la DNA avrebbe effettuato diversi dossier e accesi illeciti sui protagonisti dell’indagine in Santa Sede, specie sul documento tra i capisaldi del processo Becciu in quanto dimostrava la gestione opaca dei fondi sul caso Sloane Avenue. Già a marzo Diddi al “Tempo” spiegava di aver aperto il fascicolo (contro ignoti) appena scoperto dell’esistenza di particolari pedinamenti “elettronici” dentro il Vaticano.
Qualcuno, ma ancora non è ben chiaro chi, avrebbe commissionato a Striano i vari dossier per scoprire “prima” quanto di riservato stavano indagando sul cardinale Angelo Becciu e sui nomi emersi durante i lunghi anni di indagini e accuse controverse: al netto dunque della stessa ricerca di presunti mandanti sul fronte dossier, a breve il fascicolo per ora ancora contro ignoti presso il Tribunale del Vaticano potrebbe anche divenire un’indagine a tutti gli effetti, la seconda sul fronte Dossieraggi dopo quella del filone principale a Perugia.