Era il luglio del 2019 quando uno studente di soli 17 anni dell’istituto Jean Jaques Rousseau di Roma decise di suicidarsi, impiccandosi. Subito dopo il tragico gesto, le mira della famiglia del giovane e degli inquirenti si erano rivolte ad un professore, un docente di matematica dello stesso istituto, secondo cui si stanno accertarne eventuali responsabilità. Era finito così sul registro della procura capitolina con le gravi accuse di istigazione al suicidio e maltrattamenti, e stando a quanto riferisce Repubblica nella sua edizione online odierna, il docente avrebbe tenuto un comportamento fin troppo severo.



In particolare, si parla di prese in giro spesso e volentieri del 17enne dinanzi a tutta la classe, una tesi quella della procura, che avrebbe spinto il minorenne a farla finta, non riuscendo più a reggere questo peso. “Il professore di matematica lo umiliava”, sostengono i procuratori, con il docente dell’istituto Jean Jaques Rousseau di Roma accusato poi di abuso dei mezzi di corruzione. Si è scoperto che la vittima avesse anche dei problemi di apprendimento: un quadro di fragilità che lo ha spinto a superare il limite, togliendosi la vita.



STUDENTE 17ENNE SUICIDA AL ROUSSEAU: IL VIDEO DI PRESENTAZIONE DELLA SCUOLA

Il Mattino ha riportato le frasi dello stesso prof in pensione da un paio d’anni, rivolte alla telecamera: «Ci credo. Credo nella scuola fino a quando ci sarà l’entusiasmo dei giovani», un video raccolto dal liceo Linguistico e di Scienze umane di via delle Sette Chiese, e pubblicato nel lontano 2016, ben tre anni prima che il giovane 17enne decise di farla finita.

Nel filmato anche i messaggi del personale scolastico in cui si parla di una scuola «molto accogliente» e «ricca di attività», mentre i ragazzi concludono: «I professori sono comprensivi e bravi». Nei prossimi mesi si capirà realmente se il docente nel mirino abbia abusato dei propri mezzi di corruzione, spingendo quindi il giovane ad un folle gesto: non è certo ovviamente che le due cose siano collegate, fino a sentenza, ricordiamo, ogni persona è innocente. Toccherà alla corte d’Assise stabilire se le presunte umiliazioni del prof di matematica abbiano spinto il giovane a farla finita.