La morte di uno studente americano di 21 anni, trovato morto impiccato la scorsa settimana nel bagno della camera di una struttura ricettiva in cui risiedeva per questioni di studio a Roma, risultata essere di proprietà del Vaticano, è un giallo in cui si insinua l’ombra dell’istigazione al suicidio. Ad alimentare i dubbi intorno alle cause del decesso ci sarebbero alcuni elementi ritenuti di notevole interesse investigativo e attualmente al vaglio della polizia, tra questi le condizioni del corpo al momento del ritrovamento e le versioni dei due compagni di stanza connazionali partiti alla volta degli Stati Uniti poco dopo l’accaduto.
Secondo quanto ricostruito dal Corriere della Sera, il giovane studente americano morto, giunto nella Capitale pochi giorni prima della tragedia nell’ambito di un soggiorno universitario per stranieri a cui aveva avuto accesso con altri colleghi statunitensi, sarebbe stato rinvenuto senza vita da uno degli educatori e la posizione del cadavere non avrebbe convinto chi indaga. Stando alle evidenze sulla scena, si sarebbe suicidato con il cavo del suo smartphone, ma i piedi sarebbero stati poggiati al pavimento.
Studente americano morto a Roma, il messaggio alla madre e la versione dei compagni di stanza
Uno degli elementi che sembra gettare ombre sull’ipotesi del gesto estremo volontario è il messaggio che lo studente americano avrebbe inviato alla madre la notte prima di morire: “Va tutto bene, mamma, sono felice di essere a Roma e voglio restarci“. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio e al momento non ci sarebbero indagati, ma al vaglio degli inquirenti ci sono anche le versioni dei due connazionali che condividevano l’alloggio con la vittima e che avrebbero fornito un racconto non proprio lineare.
I due giovani, nella versione acquisita prima del loro rientro negli Stati Uniti, avrebbero dichiarato di aver subito avances dal 21enne e di essere usciti dalla stanza lasciandolo solo. Al loro rientro, intorno alle 8 del mattino, lo avrebbero trovato a dormire. Ma 3 ore più tardi, un educatore si sarebbe preoccupato per la sua assenza a lezione e, dopo aver forzato la porta della stanza, lo avrebbe trovato impiccato nel bagno. La famiglia della vittima non crede allo scenario descritto dai due connazionali e chiede che sia fatta piena luce.