Dalla Turchia è stata diffusa nella giornata di sabato la notizia dell’arresto di un studente che – assieme a numerosi altri aspiranti colleghi – stava svolgendo un test d’ingresso per l’Università: la sua colpa è quella di aver usato l’IA (ovvero l’Intelligenza artificiale) per ottenere tutte le risposte corrette alle domande; peraltro – ma ci arriveremo – mettendo in scena un articolatissimo ed intrigato piano che prevedeva diversi dispositivi creati dal ragazzo, identificato solo come M.E.E.



La ragione dietro all’arresto dello studente non sarebbe tanto legata all’utilizzo dell’IA in sé, quanto – piuttosto – al fatto che abbia provato ad imbrogliare durante il test d’ingresso all’università: una pratica fermamente punita in Turchia, sia per quanto riguarda gli esami universitari, sia – se non soprattutto – per il cosiddetto TYT, il test usato per valutare l’idoneità del candidato alla frequentazione dei corsi universitari. Prima di arrivare all’articolato piano vale anche la pena sottolineare che il ragazzo in questione è – sì – finito in manette, ma ora attende il processo vero e proprio che porterà alla conferma dell’arresto, oppure alla sua scarcerazione.



Come ha fatto lo studente turco ad imbrogliare nel test d’ingresso dell’Università: l’IA nascosta in un piccolo bottone

A rendere noto il meccanismo con IA usato dallo studente per imbrogliare durate il test in Università è stata la stessa polizia della provincia sud-occidentale di Isparta – con un video diffuso dal quotidiano britannico Daily Mail -, intervenuta lo scorso 8 giugno su segnalazione di docenti che avevano notato un comportamento sospetto non meglio identificato del candidato poi finito in arresto.

Nel video un agente mostra che il ragazzo indossava una piccola telecamera nascosta in un bottone, collegata proprio al software IA che aveva il compito di fornirgli rapidamente le risposte esatte al test d’ingresso dell’Università: la telecamerina trasmetteva il contenuto delle domande attraverso un piccolo router wifi nascosto in una scarpa che – a sua volta – rimbalzava la risposta ad un cellulare (questo camuffato da porta carte di credito) che la trasmetteva infine ad un auricolare. Oltre al (geniale?) ragazzo in questione le autorità turche hanno anche dichiarato di aver arrestato un suo complice, anche se non è stato reso noto come abbia contribuito all’articolata truffa.