Episodio increscioso all’istituto “Andrea Ponti” di Gallarate (Varese), dove uno studente ha disegnato una svastica su un foglio appoggiato sulla cattedra e poi ha dato un pugno in faccia alla prof, che sarebbe svenuta per il colpo ricevuto. La trasmissione di Rai Uno “Storie Italiane” ha ricostruito l’accaduto intervistando la diretta interessata, la quale ha dichiarato: “L’unica cosa che posso dire è che la scuola ha una linea di comunicazione ufficiale riguardo l’accaduto. Sono profondamente amareggiata e dispiaciuta per tutto quello che è successo. Vorrei solo capire il perché del gesto, perché l’ha fatto”.



Ma come sono andate le cose? La prof aggredita con un pugno ha rivelato: “Ho trovato il foglio con la svastica e la parola ‘ebrei’ sulla cattedra. Ho chiesto quindi alla classe di indicarmi il colpevole e nessuno dei ragazzi l’ha fatto. Finita l’ora, un alunno mi ha chiesto di uscire dall’aula e ha fatto il nome del responsabile. Mi sono quindi riaffacciata in classe e ho detto: ‘Sarebbe bello che questa persona venisse fuori’. Tutti i compagni si sono girati verso di lui, che, sentitosi scoperto, ha lanciato il banco. Il pugno? Ricordo solo il dolore alla faccia, niente di più. Mi si è avvicinato, poi ho provato un immenso dolore alla faccia. Ufficialmente io non ho ricevuto scuse, né da lui, né dalla sua famiglia”.



PUGNO IN FACCIA ALLA PROF, LEI: “L’HO GIÀ PERDONATO, PERÒ…”

La prof colpita con un pugno da un suo studente a “Storie Italiane” ha aggiunto: “Ho già perdonato il mio alunno, perché non sapeva quello che faceva, è stato un gesto di ignoranza. Sono sempre un’insegnante e devo credere che esista la possibilità di recuperare una persona e di aiutarla. Non sono qui per giudicare, ma per spiegare ai ragazzi la storia. Questo frammento in particolare è un pezzo orrendo del passato del nostro Paese, che deve essere illustrato”.

Giuseppe De Martino, preside dell’istituto d’istruzione superiore “Andrea Ponti” di Gallarate, a seguito del pugno in faccia alla prof, ha annunciato: “Abbiamo allontanato il ragazzo per un anno dall’istituto, ma stiamo cercando di contattare la famiglia per continuare a seguirlo a distanza e vorremmo contattare anche un’associazione che possa aiutarci in questo. Il ragazzo nega di averla colpita volontariamente, ma il fatto che si sia lasciato andare all’ira e abbia lanciato il banco è già di per sé gravissimo, perché non si può perdere il controllo. Serve rispetto per la propria scuola e per i docenti”.