È stata bocciata all’esame di maturità la studentessa del liceo scientifico Da Vinci di Trento che era stata ammessa con riserva alla prova suppletiva nonostante le cinque insufficienze. La possibilità di svolgere l’esame finale le era stata accordata dopo un ricorso al Tar, che aveva vinto. In ogni modo, il Tar si pronuncerà definitivamente sul ricorso con la Camera di Consiglio convocata per il 27 luglio, come spiega TgCom24.



I legali della studentessa hanno inviato una lettera al ministro dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, sottolineando: “È bene sottolineare il clima che ha vissuto la ragazza non solo nelle ultime settimane, ma anche per buona parte del suo ultimo anno scolastico presso il suo nuovo liceo di Trento, il liceo Leonardo da Vinci”. Gli avvocati Filomena Alaia e Gian Paolo Sardos Albertini hanno proseguito: “Ad esempio, come hanno potuto notare tutti i presenti, pare che altri insegnanti del liceo Da Vinci, siano stati presenti all’esame della ragazza per sostenere la commissione d’esame. Ci si domanda: contro chi, una ragazzina di 18 anni?”.



Bocciata all’esame di maturità: il TAR l’aveva ammessa nonostante le insufficienze

La studentessa era stata bocciata con 5 insufficienze ma il Tar aveva ribaltato la decisione dei professori, ammettendola all’esame di Stato e consentendole di sostenere le prove suppletive: questo, per permettere alla ragazza di andare all’Università, ad Economia aziendale, avendo già superato i test d’ingresso. Il 10 luglio, però, la ragazza, che si era presentata all’esame orale con genitori e avvocati, è stata bocciata. Dopo quasi sei ore di scrutini, è stata presa la decisione di non ritenere la ragazza idonea al raggiungimento del diploma.



Ad assistere all’esame c’era anche un gruppo di insegnanti che hanno deciso di esserci “per far sentire ai docenti della commissione il nostro appoggio, su di loro c’è una certa pressione”. Secondo i legali, che avevano avanzato il ricorso facendo leva sul fatto che l’istituto Da Vinci non avesse mai provveduto a organizzare corsi di recupero per le materie nelle quali la giovane aveva insufficienze, la presenza dei docenti esterni alla commissione avrebbe aumentato la pressione nei confronti della studentessa, tanto da definirli “contro” la ragazza.