Una studentessa di 23 anni sabato sera è stata violentata all’interno di un campus universitario a Torino. “Mi ha bussato alla porta e ho aperto. Mi ha colpito alla testa, poi ha tentato di strangolarmi. Avrà circa 25 anni, di origine africana. Non lo conoscevo”, questo come riportato dal Corriere della Sera è ciò che la vittima ha detto agli agenti della squadra Mobile della Questura, guidati dal dirigente Luigi Mitola, accorsi nella notte nell’appartamento situato al nono piano del blocco principale del palazzo residenziale. A dare l’allarme era stato l’addetto alla reception, che era arrivato nella stanza dopo che la ragazza era riuscita a suonare la catenella antipanico situata all’interno della doccia.
Anche altri studenti intanto erano arrivati sul posto e hanno cercato di soccorrerla. Poco dopo, affinché le potessero venire prestate le necessarie cure, è stata trasportata con un’ambulanza prima all’ospedale ostetrico ginecologico Sant’Anna e poi alle Molinette, dove si trova ancora attualmente ricoverata in stato di choc. Ha riportato, oltre ai segni di violenza, anche un trauma cranico, probabilmente a causa di un pugno alla testa.
Studentessa violentata in campus universitario a Torino: caccia allo stupratore
In base alle dichiarazioni rilasciate dalla studentessa violentata nel campus universitario di Torino sabato notte, la Polizia sta cercando di identificare e trovare l’uomo. Nessuno, oltre alla vittima, sembrerebbe averlo visto. Le indagini, come riportato dal Corriere della Sera, si baseranno innanzitutto sul materiale biologico prelevato nella camera dove si è consumata la brutale violenza e sui filmati delle telecamere della zona che gli investigatori hanno cominciato a visionare ieri.
È un mistero, inoltre, come lo stupratore sia riuscito ad introdursi nelle residenze. Le immagini di videosorveglianza della residenza universitaria avrebbero ripreso in tal senso una persona che scavalca un cancello laterale, vicino ai garage, e che un’ora più tardi ripercorre la stessa strada per andare via. Da queste, tuttavia, non è identificabile. Gli studenti sono terrorizzati all’idea che qualcuno possa introdursi con una tale facilità nella struttura.