Sta tenendo banco in queste ore la vicenda degli studenti umiliati dai prof agli esami all’Università di Lecce, con una lettera nella quale viene fatto nome e cognome di una docente in particolare, la quale avrebbe agito più volte in questi termini. Sabrina Loparco, portavoce del sindacato Udu della città salentina, ha asserito a “Storie Italiane”, trasmissione di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele: “Quella trattata è una questione generalizzata di come studenti e studentesse percepiscono l’ormai esacerbato sistema che, puntando alla distorsione totale della cultura del merito, impone ansia da prestazione e stress, portando avanti princìpi che non sono più sostenibili con il benessere psicologico. Il punto non è accusare un singolo docente: abbiamo preso il caso della prof di Latino come esempio per denunciare le nostre preoccupazioni circa la salute mentale”.



Frasi a cui ha risposto la diretta interessata, la docente Sabina Tuzzo: “L’esame di Latino è obbligatorio, perché  professionalizzante. Abbiamo studenti che non hanno frequentato il liceo classico o il liceo scientifico, dunque non hanno basi di latino. Questi allievi spesso si presentano agli esami con un programma parziale, addirittura confessano apertamente di non avere studiato perché non hanno le capacità di affrontare un percorso del genere”.



PROF UMILIA STUDENTI AGLI ESAMI? LEI REPLICA: “QUELLA UMILIATA SONO IO!”

Successivamente, la prof di Latino Sabina Tuzzo ha aggiunto: “Che questi studenti vengano bocciati è vero. Molti questuano un 18 regalato perché il mese successivo si devono laureare. Non si può regalare un 18, anche perché sento la responsabilità di formare i futuri docenti di Lettere. Sono sempre disponibile al dialogo, ho un giorno e un orario di ricevimento, ma spesso invito i miei studenti a contattarmi anche in privato attraverso le mail”.

Quello che è successo, secondo la prof di Latino, “non trova alcuna ragion d’essere nei fatti, se non una strumentalizzazione che viene dall’alto. Ho il sospetto che i ragazzi siano stati manovrati ad hoc per screditare la mia professionalità e il mio lavoro. Non è questa la sede per approfondire l’argomento. Posso però dire che, da oltre due anni, da parte degli organi accademici subisco richiami ad avere un atteggiamento più morbido, che, tradotto, significa regalare la promozione”.