Gli studenti che da ora in avanti aggrediranno un prof, un insegnante, ma anche il preside o il personale ausiliario, qualora venissero condannati, dovranno risarcire la scuola. Questo, come si legge sul Corriere della Sera, quanto previsto da un nuovo emendamento alla proposta di legge del governo per l’inasprimento delle norme sulla condotta: oltre a dover pagare i danni alla vittima, lo studente dovrà sempre pagare «una somma da euro 500 a euro 10.000 a titolo di riparazione pecuniaria in favore dell’istituzione scolastica di appartenenza della persona offesa».
L’importo, viene precisato, è da corrispondere anche qualora la pena venisse sospesa. Si tratta di un provvedimento che è stato annunciato mesi fa da parte del ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara, come risposta alle continue violenze nei confronti dei professori che purtroppo stanno aumentando negli ultimi tempi: basti pensare che nel 2023 le denunce sono state 36, e il numero potrebbe aumentare tenendo conto di coloro che invece non hanno denunciato.
STUDENTI CHE AGGREDISCONO PROF RISCHIANO MULTA E LA PROPOSTA DI VALDITARA PER GLI STRANIERI
La norma, aggiunge il quotidiano di via Solferino, fa da corollario al disegno di legge a firma Rossano Sasso, ex sottosegretario all’Istruzione, approvato due giorni fa. Vengono previste delle pene più severe per chi commette violenza contro il personale scolastico: ad oggi sono previsti 5 anni di carcere che diventano 7 e mezzo, mentre in caso di oltraggio si sale da 3 a 4 anni e mezzo.
Nel frattempo il ministro Valditara sta pensando anche agli studenti stranieri con l’idea che ogni scuola debba verificare all’atto di iscrizione quali siano le competenze di italiano e matematica dei ragazzi immigrati. Qualora dovesse emergere un deficit rilevante le scuole potrebbero adottare due soluzioni: l’alunno frequenta lezioni di italiano e matematica in una classe di accompagnamento con docenti specializzati, oppure, potrebbe seguire di pomeriggio delle attività obbligatorie per il potenziamento. Si tratta di una proposta definita “ideologica” da parte di Pd, M5s e Cgil, accusando di voler creare dei “ghetti”.