Cresce la tensione attorno e (soprattutto) dentro al campus della Columbia University di New York, dove che le associazioni ‘Apartheid Divest’ e ‘Justice in Palestine’ hanno avvito un sit-in non esattamente pacifico per chiedere la fine della guerra a Gaza: l’ultimo (almeno per ora) capitolo l’ha scritto il Rabbino universitario, Elie Buechler, che ha rivolto un appello agli studenti ebrei affinché rimangano a casa. Nel frattempo, è intervenuta anche la Casa Bianca, oltre alle istituzioni democratiche di New York, che hanno chiesto a vario titolo di interrompere le manifestazioni “antisemite” nella Columbia University.



Il Rabbino, in un messaggio rivolto agli studenti ebrei (visionato e confermato dalla CNN), ha parlato di “estremo antisemitismo” dentro al campus, una situazione “terribile e tragica” che, dopo cinque giorni, ha reso evidente che “la pubblica sicurezza universitaria e la polizia di New York non possono garantire la [vostra] sicurezza davanti all’anarchia antisemita”. Pur dicendosi “profondamente addolorato”, il Rabbino ha invitato tutti gli ebrei che frequentano la Columbia University a “tornare a casa il prima possibile e rimanerci finché la situazione nel campus e nei dintorni non sarà notevolmente migliorata”.



Differentemente, invece, il portavoce universitario ebraico Barnard Hillel, in un comunicato diffuso su Twitter, si è detto contrario all’idea che “gli studenti ebrei lascino il campus. Questo è un momento di autentico disagio e persino di paura“, ha sottolineato, invitando la Columbia University e la città di New York a “fare di più per proteggere gli studenti e riportare la calma nel campus”. Nel frattempo, sono aumentati gli agenti di polizia dispiegati nel campus, mentre per gli studenti ebrei è stata aperta la possibilità di sostenere gli esami a distanza, o di farsi scortare per attraversare le manifestazioni.



Cosa sta succedendo alla Columbia University

Insomma, la situazione all’interno del vasto campus della Columbia University sembra destinata a peggiorare ulteriormente, soprattutto per l’ormai imminente celebrazione della Pasqua ebraica (che inizia oggi, 22 aprile, e si chiude il 30). Le tensioni sono iniziate a salire ormai cinque giorni fa, dopo che il rettore e alcuni funzionari sono apparsi davanti al Congresso americano per denunciare l’antisemitismo tra i loro studenti: in centinaia hanno preso d’assalto il campus, organizzando davanti all’edificio principale della Columbia University quello che chiamano un ‘campo di solidarietà a Gaza’.

In appena cinque giorni (secondo quanto riferisce TimesNowNews) gli agenti di polizia hanno concluso più di 100 arresti, formalizzati in almeno 10 casi in vere e proprie condanne. Nel frattempo, fuori dai cancelli presidiati dalla polizia si sono sviluppate altre proteste più o meno piccole, sulla falsa riga di quelle interne al campus. In un intervento odierno citato da Ansa, la Casa Bianca ha condannato le “intimidazione fisica contro gli studenti ebrei e la comunità ebraica” della Columbia University; mentre il presidente Joe Biden ha parlato di un “palese antisemitismo riprovevole e pericoloso che non trova assolutamente posto nei campus universitari o in qualsiasi parte del nostro Paese”.