Sta facendo parlare tutta Italia l’iniziativa adottata da Maria Francesca Cellai, preside dell’istituto alberghiero “Buontalenti” di Firenze, la quale ha deciso di mettere in Dad una classe intera, dopo che nei giorni scorsi, all’esterno dell’istituto, tre suoi alunni sono stati picchiati per questioni di gelosia. La dirigente ha raccontato l’accaduto ai microfoni del quotidiano “La Nazione”: “Pare che tutto sia nato da uno scherzo. Una ragazzina di quella classe è fidanzata con uno più grande. Giorni fa, un compagno, per gioco, le ha preso lo smartphone e ha inviato a nome della ragazza un messaggino al fidanzato… Sicuramente per farlo ingelosire. Lui non l’ha presa per nulla bene e, venerdì scorso, sempre via messaggio ha avvertito il ragazzino che sarebbe venuto a menarlo davanti a scuola”.
Alla fine a rimetterci sono stati tre compagni, scelti a caso: “Il ragazzino che ha ricevuto il messaggio minaccioso l’ha condiviso nella chat di classe e lunedì scorso, giorno della ‘resa dei conti’, non è venuto a scuola. I picchiatori quindi se la sono presa con tre compagni. Quel che è successo fuori da scuola è stato choccante per noi, i ragazzi e per le famiglie che hanno assistito al pestaggio. Ho optato per la Dad, che in questo caso è il male minore, perché in classe al momento c’è troppo risentimento, troppa tensione. Rimettendo subito i ragazzi insieme si scatenerebbero dinamiche negative”.
PRESIDE METTE CLASSE IN DAD DOPO AGGRESSIONE FUORI DALLA SCUOLA
Successivamente, ancora a “La Nazione”, la preside ha affermato di voler tenere in Dad per qualche giorno ulteriore gli studenti di quella classe per proteggerli e tranquillizzare le famiglie, provando nel mentre a stemperare la tensione e a far riflettere i giovani sull’accaduto. Quanti hanno assistito in presa diretta al pestaggio hanno riferito alla dirigente “la paura che si leggeva sul volto dei presenti. I feriti sono stati subito medicati. I compagni di classe erano sotto choc. Uno di loro aveva la pressione a livelli altissimi”.
Cosa le fa più rabbia è che gli studenti non si siano confidati né in famiglia né a scuola: “Avrei allertato subito le volanti. Penso che questi ragazzi siano così abituati a navigare in rete che non sappiano più camminare nel mondo reale. Non pensavano che la minaccia potesse tradursi in realtà. Ieri mattina parlando con loro ho esordito ricordando Niccolò Ciatti. Anche noi abbiamo rischiato di piangere un nostro alunno. Non dimentichiamolo. Nei prossimi giorni chiamerò gli alunni uno ad uno. Intanto li tengo qualche giorno in Dad”.