La questione della carriera alias a scuola ha acceso il dibattito. Già la mozione presentata al consiglio regionale lombardo da parte di Giacomo Zamperini (FdI), con cui veniva sottolineata l’illegalità di tale pratica e ne veniva richiesta l’abolizione, aveva suscitato scalpore e sgomento. Il documento, dopo le proteste, era stato leggermente modificato. E dal 12 settembre riprenderanno i lavori circa una sua valutazione. Ora si aggiunge anche un’email a firma sempre Fratelli d’Italia con cui, spiega Quotidiano Nazionale, il consigliere regionale Pietro Macconi ha voluto chiedere ai presidi lombardi di non applicare una tale possibilità per gli studenti trans.
Ma di cosa si tratta quando parliamo di carriera alias? Consiste nella possibilità che viene data agli studenti trans di essere chiamati e identificati, a scuola e nei documenti interni alla scuola che non abbiano valore ufficiale, con un nome diverso rispetto a quello anagrafico. Questa pratica sarebbe consentita ad esempio sui libretti delle assenze e sul registro elettronico. Permettere ciò consentirebbe di evitare discriminazioni ai danni degli studenti trans, quindi già alle prese con un percorso delicato. Eppure c’è chi si sta fortemente opponendo a questa opportunità, e in prima linea si inserirebbero proprio alcuni esponenti di Fratelli d’Italia.
MACCONI CHIEDE AI PRESIDI LA CENSURA DELLA CARRIERA ALIAS
Il contenuto dell’email inviata ai presidi lombardi da Macconi non lascia spazio a interpretazioni: “La richiesta al ministero è di intervenire in ragione del contrasto alla diffusione della carriera alias nelle scuole, che desta giusta preoccupazione nelle famiglie, attesa l’innaturale ideologia volta alla fluidità di genere”. Questo messaggio giunge nonostante siano ben 244 gli istituti che applichino già le carriere alias, dal momento che non esiste una normativa univoca su tutto il territorio nazionale relativa all’attivazione delle stesse; ogni scuola può adottare un proprio regolamento. Inoltre il Ministero dell’Istruzione fino ad ora non ha stilato linee guida che servano da modello alle scuole per redigere i protocolli, così l’adozione della carriera alias dipende dalla più o meno alta sensibilità delle singole istituzioni scolastiche .
Immediata la protesta delle forse dell’opposizione che si sono dette indignate. Tra queste la consigliera del M5S Paola Pizzighini: “mozione infame che avrebbe mobilitato studenti delle scuole secondarie e delle università, ma se pensate che non esista un’opposizione vi sbagliate.” Sulla stessa linea anche il PD con Pierfrancesco Majorino e Paola Bocci, che parlano di “scuola come luogo di accoglienza” che sarebbe compromessa qualora venissero negati i diritti degli studenti trans.