Storie Italiane ha dedicato ampio spazio stamane al caso dello stupro di Caivano, quello con vittime due cuginette bambine, purtroppo tristemente noto. L’inviato del programma di Rai Uno ha intervistato lo zio di una delle vittime violentate, che ha spiegato: “A Caivano dicono che erano delle baby squillo? Si devono vergognare di dire queste cose, soprattutto se lo dicono le mamme. Le ragazze non sono state educate? Lo dico io per primo. Ma una ragazzina di 12 anni cosa può capire comunque? Lei usciva con uno che chiamava il fidanzatino, era innamorata, chi non è mai stato innamorato da bimbo? Quindi lei è uscito con questo fidanzatino e lui ne ha abusato e ne ha fatto abusare da altri”.



Lo zio delle vittime dello stupro di Caivano ha proseguito: “Mia nipote è stata minacciata tramite i video di questo fidanzatino e la storia si è ripetuta più volte perchè veniva minacciata”. Quindi di nuovo sulle accuse di essere baby squillo: “Chi dice queste cose dovesse avere una figlia a cui capita una cosa del genere, vedrà… queste bimbe perchè non possono vivere una vita felice, le dobbiamo punire per tutte la vita? Sono ragazzine. Certo che a Campo Verde c’è lo spaccio, la droga e la camorra, ma che hanno a che fare con questa storia?”.



STUPRO CAIVANO, LE PAROLE DI DON PATRICIELLO SUL COMMENTO DELLO ZIO DELLE VITTIME

Don Patriciello, intervistato in diretta su Storie Italiane, ha commentato le parole dello zio delle vittime dello stupro di Caivano, storcendo però un po’ il naso: “La Camorra c’entra tutto, lui ha ragione quando dice che le bimbe non hanno responsabilità. Io sono giorni che dico che il problema è degli adulti: i bimbi possono accedere alla pornografia tramite telefono, forse noi stessi ce ne vergogniamo. Nei video por*o i bimbi chi vedono? Gli adulti che vedono fare sesso in maniera feroce ed esplicito”.



Quindi ha concluso: “Le bimbe sono vive, non si sono rese conto di quello che stanno facendo, ma adesso devono riprendere il cammino e dobbiamo dare loro la possibilità di riprendere la speranza”.