Il quotidiano Libero si è soffermato ieri mattina sul caso dello stupro di Catania, sottolineando la presa di posizione del noto giornalista del Corriere della Sera Massimo Gramellini, secondo cui nei casi di cronaca nera, qualora il violentatore è uno straniero, i giornali tacciono. “Il giornalista ha finalmente denunciato il conformismo perbenista che attanaglia una certa parte della categoria”, specifica Libero che poi riporta il virgolettato: «Quando il colpevole è africano si dà meno risalto alla notizia». Dinanzi ad una ragazzina di tredici anni violentata da sette giovanissimi egiziani arrivati in Italia da clandestini, “finalmente si è smossa una coscienza”. Secondo Libero sono stati molti i giornali che hanno glissato sul fatto che gli stupratori fossero immigrati, ritenendo la circostanza di minimo interesse rispetto alla notizia, “e pertanto infilata a fatica negli articoli, debitamente nascosta, e non riportata negli elementi di titolazione, neppure in quelli secondari”.



Libero parla di una sorta di “mezza censura” sull’aspetto politicamente scorretto della vicenda, ovvero, accomunare il crimine all’immigrazione illegale. “Ma ecco che ieri – prosegue il quotidiano meneghino – la sensibilità giornalistica di Massimo Gramellini ha avuto un moto di ribellione”, denunciando il conformismo perbenista. «Quando gli stupratori sono africani – scrive il giornalista del quotidiano di via Solferino – il timore di alimentare il pregiudizio razzista induce a tacere un pezzo della realtà e a dare meno risalto alla notizia, finendo per commettere un torto verso la ragazza, facendola sentire una vittima di serie B».



STUPRO CATANIA “SE IL COLPEVOLE È AFRICANO MENO RISALTO ALLA NOTIZIA”: L’ANALISI DI LIBERO

Secondo il Corriere c’è quindi una sorta di razzismo al contrario per scopi nobili che porta le redazioni a trattare i ragazzi italiani peggio dei coetanei immigrati. «Se i sette violentatori fossero stati giovanotti della Catania-bene» scrive ancora il giornalista,lo stupro «avrebbe inondato le piazze mediatiche con il frastuono di mille indignazioni e saremmo tutti qui a interrogarci sull’insostenibile persistenza della cultura patriarcale».

Ma perchè tutto questo? «Imbarazzo autocensorio e pregiudizio che non è semplice rimuovere» scrive Gramellini. Ma Libero aggiunge che si tratta per molti di una “non mettere in imbarazzo chi ha fatto dell’accoglienza senza regole un programma politico”. Libero conclude: “Quello che l’autorevole collega sa,ma pietosamente non aggiunge, è che questa non è solo la morte della giustizia e della pietà, ma anche del giornalismo”.