L’inchiesta sullo stupro ai danni di due cuginette nel Parco Verde di Caivano, a Napoli, hanno portato a nove misure cautelari a carico di un gruppo di giovani, tra cui sette minorenni, mentre le indagini proseguono a ritmo serrato per accertare ogni profilo di responsabilità e ricostruire il tessuto di presunte violenze. Poche ore fa, i microfoni di Pomeriggio Cinque, programma attualmente condotto da Myrta Merlino, hanno raccolto la testimonianza di un ragazzo che sostiene di conoscere i presunti autori degli abusi e le due minorenni, bambine di 10 e 12 anni.
Il giovane avrebbe fornito una versione tendente a “lenire” la posizione degli indagati, sostenendo che non sarebbe “solo colpa loro”. “Non è stata solo colpa dei ragazzi – ha dichiarato all’inviato della trasmissione in una narrazione dai tratti sconvolgenti –. Non sono convinto di tutto quello che dicono, ci sono molte parole che non sono state dette. Le cose le ho scoperte, ci frequentiamo tutti e ci sono delle verità che non sono state dette per paura che possa succedere qualcosa di peggio. Non stiamo difendendo i nostri amici, stiamo dicendo che hanno sbagliato, hanno fatto schifo, però non hanno tutta la colpa (…). Sono molto pentiti, non è che avevano proprio voglia di fare quello,però un maschio che viene istigato alla fine cede alla voglia“.
Nove misure cautelari per le violenze di Caivano
Per lo stupro delle due cuginette di 10 e 12 anni a Caivano, violenze che si sarebbero consumate nell’agosto scorso al Parco Verde, sono state emesse nove misure cautelari. Destinatari dei provvedimenti altrettanti giovani, tra cui sette minorenni, raggiunti dalle ordinanze del gip del Tribunale per i minorenni di Napoli nella notte del 26 settembre scorso su richiesta della Procura.
Al vaglio degli inquirenti un presunto tessuto di abusi che si sarebbero reiterati “in più occasioni” e in diversi luoghi alle porte del capoluogo campano. Le due minorenni sarebbero state collocate in una comunità protetta e avrebbero confermato le accuse a carico del gruppo di ragazzi finito al centro della delicatissima inchiesta. Stando a quanto trapelato dalle indagini, le minori sarebbero state violentate in alcune aree abbandonate e i presunti autori avrebbero ripreso gli abusi con dei telefonini. Alcuni filmati sarebbero circolati tra le chat degli indagati e l’attività investigativa punta a chiarire anche tutti i contorni del presunto scambio di contenuti tra i soggetti che finora sarebbero ritenuti coinvolti.