Uno dei sette giovani indagati nell’inchiesta sullo stupro di gruppo a Palermo ai danni di una 19enne è stato scarcerato dal gip poche ore fa e per lui sarebbe stato disposto il trasferimento in una comunità. Si tratta dell’unico minorenne all’epoca dei fatti – la violenza si sarebbe consumata nella notte tra il 6 e il 7 luglio scorsi – diventato nel frattempo maggiorenne. Il ragazzo avrebbe confessato e la decisione del giudice per le indagini preliminari sulla sua posizione avrebbe già innescato la reazione della Procura per i minorenni del capoluogo siciliano, con l’annuncio della procuratrice Claudia Caramanna, riporta Ansa, dell’imminente presentazione di un ricorso contro il provvedimento.



In sede di interrogatorio, l’indagato avrebbe fatto alcune ammissioni e avrebbe tentato di smorzare il suo coinvolgimento nella vicenda sostenendo di non aver partecipato attivamente agli abusi: “Stavo solo riprendendo“, avrebbe detto agli inquirenti che, invece, lo riterrebbero uno dei più violenti del branco. Nella versione del ragazzo, che avrebbe compiuto 18 anni poco dopo lo stupro, il giudice avrebbe intravisto una forma di “resipiscenza” e per questo si sarebbe determinato alla revoca della custodia cautelare in carcere. Una scelta che spacca, dentro e oltre le aule di giustizia, alla luce degli elementi finora emersi a favore di indagine e di cronaca in merito ai fatti. Gli altri indagati – di età compresa tra i 18 e i 22 anni – avrebbero raccontato agli investigatori che 19enne fosse consenziente, ma i contenuti delle deposizioni contrasterebbero apertamente con i video delle telecamere di sorveglianza acquisiti da chi indaga, nei quali si vedrebbe la ragazza trascinata con la forza, e con i contenuti di alcune chat in cui emergerebbero elementi degni di notevole interesse investigativo.



Stupro di gruppo Palermo, minorenne confessa e il gip lo scarcera: il punto sulle indagini

La scarcerazione dell’unico minorenne del gruppo ha destato non poche polemiche. La Procura per i minorenni starebbe già lavorando al ricorso contro provvedimento del gip Alessandra Puglisi nella convinzione che si tratta di fatti di particolare gravità che non consentono misure alternative al carcere. Nel frattempo, mentre il più giovane dei sette indagati lasciava la cella per essere trasferito in comunità, il Tribunale del Riesame di Palermo avrebbe confermato il carcere per due di loro, tra i primi arrestati a seguito della denuncia della giovane insieme a un terzo ragazzo per il quale la difesa avrebbe già avanzato istanza di scarcerazione attualmente al vaglio dei giudici.



Poche ore dopo i primi provvedimenti, scattati tra il 3 e il 18 agosto scorsi, altri tre ragazzi sospettati di aver fatto parte del branco sono stati fermati e sarebbero attesi nelle prossime ore davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia. Nelle chat acquisite dagli inquirenti sarebbero impressi contenuti sconvolgenti, ora al vaglio di chi indaga per accertare i fatti e arrivare a determinare quale sia stato il ruolo di ciascuno degli indagati.