La vittima dello stupro di Palermo, ai microfoni di Quarto Grado, ha ripercorso l’incubo vissuto a causa del branco, che l’ha spinta a ubriacarsi e l’ha stuprata. È iniziato tutto quando ha conosciuto Angelo: “Avevo avuto alcuni problemi col mio fidanzato e avevo accettato di vedermi con lui. Era carino, mi diceva cose belle. Al primo incontro mi aveva accompagnata a prendere l’autobus e mi aveva chiesto se ero arrivata a casa. Poi abbiamo continuato a sentirci e a uscire insieme. Mi sentivo coccolata, era molto dolce con me”.



Poi però quella sera tutto è cambiato: “La mia amica mi ha lasciato lì ma non per male, perché si fidava ciecamente di Angelo. Io ne parlavo sempre bene, ero fissata. Non si era mai comportato male con me. Io ho avvertito la sensazione di pericolo solo quando ormai stavo camminando con loro, mentre ero un po’ brilla. Mi sono iniziata a sentire strana. Ho avuto paura quando hanno iniziato a toccarmi. Nessuno si è fermato per strada vedendo cosa stava succedendo, ero da sola con diversi ragazzi. Era palese che stesse succedendo qualcosa di strano. Io ho cercato anche di attirare l’attenzione. Ma forse pensavano fossi semplicemente ubriaca. Non lo so”.



Stupro di Palermo, la vittima: “Angelo era dolce, poi si è trasformato”. Il racconto

Anche durante lo stupro, la ragazza di Palermo ha continuato a sperare che l’amico, che stava filmando la scena, fermasse il branco. “Io parlavo solo con Angelo, anche dopo lo stupro. Gli chiedevo cosa stesse succedendo, poi di chiamare l’ambulanza. Lui sorrideva e imitava i miei versi di dolore. Anche gli altri ridevano in coro. Io piangevo, stavo malissimo. Mi hanno rivestita, poi sono andati via velocemente”, ha ricordato.

A quel punto ha chiesto aiuto. “Io sono riuscita ad uscire dal buco nelle lamiere, sono caduta a terra e alla fine sono arrivata in strada. Mi sono accasciata a terra e due donne si sono avvicinata, abbiamo chiamato il mio fidanzato. Le persone hanno chiamato l’ambulanza, ma inizialmente non dicevo nulla. Ho detto solo che mi avevano stuprata. Non ero molto convinta di denunciare, per Angelo. Pensavo a quello che avevamo passato insieme e a come si era comportato. Avevo una tristezza profonda. In più avevo paura per me, di non essere creduta”. Poi però ha trovato la forza, nonostante le minacce. “La ragazza di Angelo mi ha detto che dovevo ritirare la denuncia, sennò mi spaccavano la testa. Ho pensato di farlo, poi però ho detto no. Io ancora non capisco perché lo abbia fatto. Non mi ha mai chiesto scusa. Non dovevo fidarmi, mi sono anche data delle colpe. Nei loro confronti provo schifo, solo schifo”, ha concluso.