Avrà pure ragione il ministro dell’Interno Piantedosi a dire, dati alla mano, che in Italia e in particolare a Milano non esiste un problema sicurezza. Ma le statistiche, si sa, non confortano le vittime, e ha più ragione ad aggiungere che la percezione della gente conta parecchio, e la percezione di tutti è che nelle nostre città non siamo affatto sicuri. Può darsi che i numeri spieghino altro, ma se ogni settimana leggiamo almeno di uno stupro o un tentativo di stupro, qualche problema c’è: sarà colpa dei giornalisti, tanto per cambiare?
Una donna a Milano, oggi un’altra a Pavia, salvata in extremis dalla prontezza sua e di qualche benemerito soccorritore non indifferente alle grida. Purtroppo sempre più spesso scopriamo che gli orchi sono un nigeriano, un nordafricano… e queste denominazioni sono punteruoli, nella carne della convivenza pacifica e civile, nella coscienza collettiva.
Cos’è cambiato, se una ragazza rischia a prendere un treno nelle nostre stazioni, a camminare da sola di sera? Ci sono sempre stati uomini violenti e ignoranti, italiani o svedesi (pochi, l’educazione e la civiltà contano, eccome) e l’ignoranza apre spesso le porte alla violenza. Tuttavia, se non vogliamo alimentare sentimenti indegni, tocca dire la verità.
E la verità, absit razzismo verbis, è che troppi clandestini girano per le nostre strade; che troppi, inattivi e disperati e arrabbiati, cercano rivalse e sfogo, al solito sulle donne. Ma soprattutto, e dispiace per chi minimizza e si scandalizza al solo pensiero, che chi proviene da certe “culture” non riconosce alla donna dignità e rispetto. E crede che mostrarsi non coperta da veli sia un invito alla bruta forza maschile, sia segno di indecenza o peggio di offerta al primo di passaggio. Che qualche profeta condanni abbigliamento e abitudini femminili per noi normali, non va compreso, né difeso. Lo si deve a tutti gli immigrati onesti e bisognosi che cercano strade legali per l’accoglienza, o si adattano alla nostra misera e vergognosa falsa accoglienza, e non farebbero male a nessuno. Che vengono confusi e inquadrati come pericolosi in sé, anche solo per il colore della pelle.
Tolleranza zero non significa manette facili e colpi di pistola. Ma chiarezza sui doveri, oltre che sui diritti. Le baraccopoli incontrollate, i mancati controlli, l’esiguità delle forze di polizia in campo accrescono, piaccia o no, il pericolo di delitti. E per quelli a sfondo sessuale tocca liberarsi dal complesso di colpa verso “culture” che tali non sono. Chi tocca le donne e i bambini (i più deboli, fisicamente parlando) non può avere sconti né alcuna indulgenza. Riconoscerlo, e applicarsi per far rispettare la Costituzione tanto sbandierata, non è di destra.
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